100 milioni di dollari raccolti. Questo il valore complessivo delle risorse a disposizione di Nico Rosberg, campione tedesco della Formula 1 che al termine della sua carriera si è indirizzato sugli investimenti specializzandosi nel ramo delle start-up.
Figlio d’arte, con il padre Keke nel 1982 si era laureato campione in F1 con la Williams, Nico ne segue le orme ripercorrendo il suo percorso partendo dalla casa automobilistica britannica.
Dopo un quadriennio si trasferisce nel 2010 in Mercedes, scuderia della sua nazione natale, che dal 2014 emerge come la dominante con una doppietta di titoli collezionata da sir Lewis Hamilton, che spezza il dominio Red Bull che veniva da quattro titoli consecutivi targati Sebastian Vettel.
In entrambe le annate Rosberg si piazza secondo, ingaggiando in un duello senza esclusione di colpi con il suo compagno di squadra, che riesce a sopravanzare la stagione successiva emergendo vincitore del titolo.
Dopo aver realizzato il suo sogno fin da bambino, Rosberg si ritira da campione in carica, scegliendo di uscire dal palcoscenico delle corse in grande stile, lasciando campo libero ad Hamilton che nel quadriennio successivo farà incetta di titoli.
Rosberg investimenti – Le intuizioni del motociclista
Fin dall’anno successivo al ritiro, come riporta Il Sole 24 Ore, iniziato la sua avventura come business angel, costruendo progressivamente un portafoglio di oltre 35 partecipazioni tra Europa e Stati Uniti.
Tra i suoi investimenti più rilevanti figurano realtà di spicco come Applied Intuition, azienda che sviluppa software per veicoli in diversi settori industriali, recentemente valutata 6 miliardi di dollari dopo un round di finanziamento da 250 milioni di dollari.
Inoltre, Rosberg ha investito in SpaceX, la compagnia aerospaziale di Elon Musk, e in ChargePoint, piattaforma leader per la ricarica di veicoli elettrici, posizionandosi tra i grandi nomi della Silicon Valley.
Rosberg investimenti – La nascita di Rosberg Ventures
Questa esperienza e il network consolidato sono confluiti in Rosberg Ventures, società fondata insieme a Francesco Sama, un amico d’infanzia con esperienza nel private banking.
In soli due anni, la società ha raggiunto un traguardo significativo: 100 milioni di dollari in gestione, grazie alla chiusura di un secondo fondo da 78 milioni, raccolti con il supporto di famiglie imprenditoriali italiane e tedesche.
Il primo fondo, chiuso a 22 milioni di dollari, è stato interamente investito, mentre il secondo è già operativo al 40%. «Per una gestione efficiente del patrimonio è fondamentale allocare parte dei capitali nei migliori fondi di venture capital mondiali, seguendo l’esempio dell’Università di Yale», spiega Rosberg, ispirato dall’approccio innovativo di David Swensen, storico chief investment officer dell’ateneo americano.
L’approccio adottato e le prospettive future
Accedere al ristretto mondo del venture capital americano non è facile, ma Rosberg sfrutta il suo passato nella Formula 1 per costruire connessioni. «Molti sono appassionati di questo sport, ma per entrare veramente nel business è necessario offrire un valore aggiunto», sottolinea.
Il suo contributo strategico consiste nel collegare grandi famiglie imprenditoriali tedesche e italiane con start-up promettenti, creando sinergie industriali e commerciali.
Questo approccio genera vantaggi per entrambe le parti: le famiglie ottengono non solo rendimenti finanziari, ma anche opportunità industriali, mentre i fondi di venture capital possono proporre alle start-up una rete di potenziali clienti di alto livello. «È una situazione win-win», sintetizza Rosberg.
Attualmente non sono previsti nuovi closing per il secondo fondo, che ha superato le aspettative iniziali di raccolta. Tuttavia, Rosberg non esclude di riaprire la raccolta nel 2025, con l’obiettivo di conseguire fino a 100 milioni.