Lo sport parla sempre più arabo. L’accusa di greenwashing verso la strategia saudita va di pari passo con gli ingenti investimenti nel settore che lo stato sovrano sta effettuando nell’ultimo periodo. Ma andiamo con ordine, partendo dal tennis.
Dopo aver raccolto da Milano l’organizzazione delle Next Gen ATP Finals, portando il valore del montepremi a 2 milioni di euro, tra poche ore Riad ospiterà le WTA Finals, che vedrà tra le protagoniste anche Jasmine Paolini e Sara Errani.
Il torneo tra le otto migliori giocatrici e coppie di doppio, dopo il triennio 2021-2024 in America (Guadalajara, Fort Worth e Cancùn), è finito in Arabia Saudita, fino al 2026.
Un Paese, come sappiamo, non proprio all’avanguardia sul tema dei diritti delle donne, ma che ha fatto “piazza pulita” della concorrenza grazie a un’offerta irrinunciabile, per un montepremi di quasi 14 milioni di euro. Rumours parlano di ulteriori incrementi per il 2025 e 2026, rendendo l’evento sempre più attraente per il panorama sportivo internazionale.
Investimenti arabi sport – Portare i migliori campioni nel Paese
La recente Six Kings Slam, l’esibizione tennistica tenutasi a Riad, ha segnato un nuovo traguardo finanziato dal Public Investment Fund (PIF) saudita, con il torneo tennistico dal montepremi più alto di sempre.
L’Arabia Saudita vuole attirare a sé i grandi campioni degli sport più seguiti al mondo, con i migliori nelle discipline come Jannik Sinner & co. ma non solo.
Questo fa parte di una strategia ben definita: investimenti arabi nello sport che continuano a crescere in portata e ambizione, con la Saudi League che ha già attratto star del calibro di Cristiano Ronaldo e l’organizzazione dei Mondiali di calcio del 2034 da parte dell’Arabia Saudita.
Investimenti arabi sport – Non solo calcio e tennis
Questi investimenti non si limitano al calcio. La Formula 1, la Formula E e persino il golf sono stati rivoluzionati dai fondi sauditi, come dimostra la creazione della LIV Golf, che ha sconvolto i circuiti tradizionali.
I sauditi all’assalto del golf: lo scontro LIV-PGA tra ripicche e carte bollate
Jon Rahm, numero 1 del ranking mondiale, ha firmato un contratto faraonico da oltre 450 milioni di euro, anche se ora sembra voler fare marcia indietro.
Il pugilato non è stato lasciato indietro: la riunificazione dei pesi massimi tra Usyk e Fury si è tenuta il 18 maggio a Riad, con un affare da 100 milioni di dollari, e una nuova rivincita è già fissata per il 21 dicembre.
Anche l’ippica è entrata nel radar degli investimenti arabi, con la Saudi Cup che ha premi da capogiro: per l’appuntamento del 2025 si prevede un montepremi di quasi 35 milioni di euro.
Investimenti arabi sport – Il progetto Vision 2030
Dietro ogni progetto sportivo arabo c’è un unico grande filo conduttore: la Vision 2030. Nonostante negli ultimi giorni siano stati ridotti gli investimenti verso fuori confine, la portata economica araba ha fatto e farà breccia nella sport industry mondiale.
Questo ambizioso programma, lanciato dal principe ereditario Mohammed Bin Salman, mira a diversificare l’economia saudita, riducendo la dipendenza dal petrolio e investendo in settori strategici come lo sport, per consolidare la propria posizione nel panorama globale.
Gli investimenti arabi nello sport, come dimostrano gli eventi di Riad, stanno rapidamente trasformando l’equilibrio economico e mediatico mondiale.