America's Cup: l'energia del vento al servizio dell'ambiente

Innovazione e tecnologia nella vela devono fare i conti con vento e correnti marine: diventa così necessaria la ricerca di un equilibrio che possa essere sostenibile per chi gareggia e per l’ambiente che ospita le regate.

America's Cup, Auckland 2021
LA VELA DIVENTA SOSTENIBILE
America's Cup, Auckland 2021 (Image credit: Depositphotos)

Chi naviga a vela racconta che il suono creato dal “power trio” vento-acqua-barca sia la colonna sonora migliore al mondo. E, anche per chi non è mai salito su un pedalò, la suggestione non è difficile da credere.

In pochi altri sport si raggiunge un equilibrio tra uomo e natura come nella vela. Inevitabile pensare a competizioni come la America’s Cup come a un’occasione in cui mostrare i pregi di questo connubio.

L’attenzione verso l’ambiente che deriva da questa manifestazione si muove in più direzioni.

C’è, innanzitutto, la ricerca dell’efficienza e della lotta a tutto ciò che è superfluo: che si faccia un giretto sul lago o si gareggi ai massimi livelli, la barca è da sempre un concentrato di essenzialità e aerodinamica, all’insegna del massimo risultato da raggiungere con il minimo sforzo. Ma se questo paradigma in altri contesti sportivi, si pensi a quello del calcio, è considerato un ragionamento speculativo e poco incline allo spettacolo, nel mondo della vela rivela un fascino tutto particolare.

Luna Rossa, nata nei cantieri Persico Marine di Nembro e battezzata nelle acque di Cagliari, ne è l’esempio perfetto: un’imbarcazione che raggiunge i 100 km/h grazie alla sola forza del vento è quanto di più avveniristico ci possa essere per un mezzo acquatico.

La scelta dei materiali, leggeri e resistenti, il design dello scafo e dei braccetti laterali, gli iconici foil, sembrano sfidare le leggi della fisica e sono alla base dei risultati mostrati dalla barca italiana nelle prime uscite nelle acque di Barcellona.

America’s Cup e sostenibilità: le iniziative degli organizzatori

Diverse sono le iniziative lanciate dagli organizzatori, dai loro partner e dai singoli team per rendere l’America’s Cup una competizione sostenibile e attenta al proprio impatto ambientale.

Per testimoniare il legame tra la competizione, le barche e l’ambiente che ospita le regate, la 37° edizione dell’America’s Cup ha indetto un Progetto Locale di Sostenibilità di Bandiera, vinto da BCN Port Innovation.

BCN Sotamar” è il nome del programma ideato per il ripristino della biodiversità marina tramite installazioni sottomarine: l’obiettivo è quello di trasformare il fondale della spiaggia di Sant Sebastian in un laboratorio per l’innovazione marina. La particolare conformazione dei moduli prefabbricati e installati, ricco di cavità, favorisce la biodiversità e il ripristino di flora e fauna marina, promuovendo la cosiddetta crescita blu.

Un altro partner della manifestazione è Agbar, colosso catalano della gestione delle risorse idriche: è a loro che gli organizzatori si sono affidati per un uso efficiente dell’acqua durante la manifestazione, tenendo anche in considerazioni i cronici problemi di siccità della zona.

La soluzione proposta è stata quella di utilizzare acqua riciclata per la pulizia delle barche da regata e di supporto, limitando così il consumo di acqua potabile e mettendo in pratica il concetto, a volte sfuggente, di economia circolare.

America’s Cup e sostenibilità: le iniziative dei team

Ma come detto, non sono solo gli organizzatori a muoversi in direzione di una manifestazione sostenibile: gli stessi team in gara hanno apportato le loro proposte.

New Zealand ad esempio, in quanto campione della scorsa America’s Cup, da regolamento ha potuto proporre alcune innovazioni per l’edizione di Barcellona, e tra queste ha sottoposto ad AC37 Event Limited, la società organizzatrice, un’importante novità in relazione alle barche che seguono e supportano i team in gara. La loro alimentazione deve essere a zero emissioni: in particolare, tutte le imbarcazioni di appoggio sono alimentate a idrogeno.

La stessa Luna Rossa ha stretto una partnership significativa con Ogyre, una startup italiana che dal 2020 supporta flotte di pescatori nel recupero di rifiuti marini.

Tramite l’iniziativa Fishing for litter, fino a oggi sono stati raccolte oltre 500 tonnellate di materiali inquinanti. Oltre al risultato immediato di ripulire mari e oceani del mondo, l’iniziativa sposa in pieno i principi dell’economia circolare, contribuendo a smaltire correttamente i rifiuti recuperati, e riuscendo là dove possibile a dare una seconda vita a prodotti arrivati a fine ciclo, ma non per questo inutilizzabili ad altri scopi.

Il messaggio che arriva dall’America’s Cup è chiaro: portare le performance sportive al massimo è un obiettivo che può essere raggiunto senza andare a discapito di ambiente e sostenibilità.

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