«Imola dopo il 2025? Sarà una trattativa in salita». Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Aci non è uomo da false speranze e, dopo aver espresso tutta la sua soddisfazione per aver garantito un posto in Formula 1 a Monza per altri sei anni, fino al 2031, non può dire lo stesso per l’altro circuito italiano, l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari.
Occorre partire dai fatti: la Formula 1 ha ormai una stagione lunga quasi dieci mesi, da marzo a dicembre, con 24 appuntamenti in calendario. Grazie al lavoro di Liberty Media, il Circus è sempre più globale, catalizza l’interesse di spettatori da ogni latitudine e, di conseguenza, quello degli sponsor interessati a investire per avere un ritorno di visibilità su scala mondiale.
Il Circus è un affare globale da oltre 3 miliardi di euro
Il Circus è una macchina che viaggia veloce anche nei conti: nei primi nove mesi del 2024 il fatturato è aumentato del 25% sull’esercizio precedente, raggiungendo 2,3 miliardi di euro e ipotecando seriamente il sorpasso rispetto al 2023, dove il fatturato ha superato di slancio i 3 miliardi.
Le presenze nei circuiti, complice anche una stagione più avvincente di quella passata, hanno superato 5,8 milioni nei primi nove mesi e sono chiaramente destinati a crescere nel consuntivo stagionale.
Alla luce di questi numeri la concorrenza tra circuiti può diventare davvero spietata e, all’Italia potrebbe non bastare la tradizione motoristica indiscussa e neppure avere in griglia l’unico brand – interamente italiano – presente da che esiste la Formula 1 stessa.
«Siamo l’unica federazione sportiva al mondo con due GP – ha sottolineato Sticchi Damiani, nella cornice dello Sport Industry Talk’ organizzato da Rcs Academy a Roma –, abbiamo inoltre più titolazioni mondiali di tutti e, tutto questo, è inevitabile che attiri critiche e gelosie, anche da altri Paesi europei».
Ranking F1, dominio Ferrari: il brand vale quasi 5 miliardi di dollari
Imola futuro a rischio: dall’assenza per 14 anni all’emergenza Covid
Il ritorno di Imola, avvenuto nel 2020, dopo un’assenza di 14 lunghi anni, è stato quasi fortuito e molto ha dovuto alle conseguenze della pandemia.
Paesi chiusi, Gran Premi cancellati, necessità di limitare gli spostamenti ed ecco che la FIA era corsa ai ripari, rispolverando il vecchio e glorioso circuito.
Quattro edizioni in calendario – tre effettive a causa dell’alluvione in Emilia Romagna del 2023 – e la passione, nonché i ricordi, si sono riaccesi nei cuori e nelle menti dei tifosi.
«Dopo la firma di Monza ci dedicheremo a Imola – ha ribadito il numero uno dell’Aci – che è espressione della Motorvalley e ha potenzialità straordinarie. È giusto ricordare che partiamo in salita ma, intanto, possiamo puntare ad avere un GP nel 2026, recuperando l’edizione non svoltasi nel 2023 a causa dell’alluvione».
Un appuntamento che per il territorio ha un valore economico non indifferente. Secondo le stime di Sport e Finanza l’edizione 2024, con 200mila presenze nel weekend di gara ha generato ricavi complessivi per oltre 206 milioni di euro, dovuti a circa 86 milioni di ricavi diretti “in autodromo” e 120 milioni di euro di indotto.
Se da una parte aumenta la partecipazione del pubblico e di pari passo i ricavi, dall’altra i costi non sono indifferenti.
Con.Ami (consorzio interregionale che gestisce l’autodromo) ha già investito oltre 3 milioni di euro per lavori di ammodernamento dell’autodromo, la messa in sicurezza del paddock, l’installazione di pannelli fotovoltaici.
E le richieste di interventi, non solo di ordinaria manutenzione ma anche di miglioramento dell’hospitality e di riduzione degli impatti ambientali saranno costanti e crescenti.
Inoltre, la posta per stare al tavolo della F1 si è notevolmente alzata: la partecipazione di Monza per le prossime stagioni dovrebbe costare 30 milioni di euro, stessa cifra richiesta a un altro Gran Premio storico, come quello di Montecarlo che ha da poco rinnovato fino al 2031.
A Imola potrebbe essere richiesta la stessa cifra – assolutamente sorpassati gli attuali 25 milioni – ma anche qualcosa in più.
Tuttavia, prima di trattare sul “prezzo”, che Con.Ami, Regione Emilia Romagna, ICE (Istituto Commercio Estero) e ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, potrebbero comunque sostenere, occorre trovare solide motivazioni per un doppio appuntamento italiano con la Formula 1.