Le istituzioni del volley devono confrontarsi. Questo il sunto del messaggio di Mauro Fabris, presidente della Lega Pallavolo Femminile, che manifesta la volontà di aprire un dialogo con la federazione per confrontarsi sui dossier del momento.
«Con la FIPAV e il presidente Manfredi, ho, abbiamo un ottimo rapporto da tempo – ha dichiarato in un’intervista concessa al Corriere dello Sport -. Ma penso sia giusto si faccia chiarezza su alcune situazioni proprio per mettere tutti nelle condizioni di lavorare bene».
Fabris intervista: l’istituzione del Club Italia
Il presidente dell’ente di governo del volley italiano è stato infatti recentemente rieletto, e ha delineato le prospettive strategiche per il prossimo quadriennio olimpico: «Non potrò far altro che accontentare Julio Velasco – aveva anticipato Manfredi – nella sua richiesta di costruire un Club Italia per giocare in A2».
Ed è in primis su questo argomento che Fabris vuole intavolare un interlocuzione: «Manfredi, all’indomani della sua rielezione, ha dichiarato che la FIPAV e il ct azzurro Velasco stanno pensando di riportare il Club Italia in A2. Posso essere anche d’accordo, ma come Lega ho bisogno di conoscere qual è la strategia complessiva che c’è dietro questa possibilità».
Tante le tematiche che emergono in tal senso, con le modalità di implementazione del progetto che al momento non sono state divulgate: «Il Club Italia farà mercato, cioè prenderà le giocatrici italiane giovani da alcuni club? Sarà inserita in classifica come 21ª squadra, per cui avremo un calendario con squadre che riposano? E, a fronte di una scelta del genere, quale sarà la nuova politica sul tesseramento delle giocatrici straniere. Rimarranno gli stessi limiti sul numero e l’età, o si cambierà?».

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Fabris intervista: la struttura dei campionati
Un altra questione che andrebbe affrontata insieme fa riferimento alla struttura dei campionati, per bilanciare le esigenze di competitività dei tornei e allo stesso tempo offrire a più pallavoliste possibile la possibilità di confrontarsi ad un buon livello.
Anche in questo senso Manfredi aveva dimostrato di avere le idee chiare: «Sono sicuro che troveremo presto un’intesa come per la struttura dei campionato. Per quanto mi riguarda la soluzione migliore sarebbe avere per il femminile un’A1 a 12 squadre, un’A2 a 14-16 e due gironi di A3 a 12 semplicemente perché c’è più richiesta».
Rispetto alle linee guida generali sembra esserci una comunione di intenti, anche se le insidie si nascondono nei dettagli, e Fabris ribadisce come sia necessario trovare un punto di caduta.
«Nella mia visione personale, la soluzione ideale è sempre stata un’A1 a 12 e un’A2 a 16, massimo 18 squadre. Anche l’A3 andrebbe bene, ma qui bisogna intendersi, perché il problema sta nel meccanismo delle promozioni dalla B che è stato aumentato senza che ce ne fosse bisogno. Anche quest’anno, ad esempio, la nostra indizione del campionato di A2 era a 24 squadre ma poi se ne sono iscritte 20. Perché molti rinunciano. Servirebbe un tavolo per affrontare insieme tutto un pacchetto inevitabilmente collegato».

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Il pacchetto di sostegno allo sport: volley assente dalle misure del governo
Questi discorsi rientrano nel tema più generale dei rapporti tra federazione e lega, che pur essendo cordiali, secondo l’opinione del dirigente dovrebbero intensificarsi per raggiungere un equilibrio più solido.
«È da tempo che aspettiamo venga istituito un tavolo permanente della gestione delle Nazionali. Ci deve essere un diritto di reciprocità. Ma anche su questo tema dobbiamo aspettare l’iniziativa della Fipav, non possiamo farlo da soli».
Una chiosa anche sul tema del pacchetto di sostegno governativo allo sport, con Fabris che condivide in pieno la visione del suo omologo per la Lega Maschile Righi, evidenziando l’inadeguatezza del provvedimento nell’affrontare le sfide del volley.
«Leggere che le linee guida del sostegno governativo prevedono solo il calcio e il calcio femminile, che già gode di tante agevolazioni, con tanto di defiscalizzazione per gli sponsor, significa negare il valore sociale della pallavolo femminile e tutto quello che questo movimento ha dato e dà allo sport italiano. Oltre invogliare i nostri sponsor ad andare da qualche altra parte».