L’Italia è l’NBA del volley, Manfredi: «Ecco come può crescere il movimento»

Il presidente della Fipav, fresco di rielezione, ha delineato le priorità strategiche per il prossimo quadriennio olimpico, sottolineando l’importanza di dotarsi di strutture all’avanguardia.

Intervista Manfredi
mandato al via
Giuseppe Manfredi (Photo by: De Sanctis/FIPAV)

Giuseppe Manfredi confermato in Fipav. Il dirigente pugliese classe 1953 si è presentato come unico candidato di fronte all’Assemblea nazionale che lo ha confermato alla guida di Federvolley per i prossimi 4 anni con il 96,8% dei voti.

Manfredi può fregiarsi di essere il primo e solo presidente della storia del volley che ha ottenuto una medaglia d’oro olimpica, coronando e certificando a livello internazionale le ambizioni di un movimento in continua crescita.

Gli allenatori delle nazionali: sguardo verso LA 2028

Il coach artefice di questo straordinario risultato è Julio Velasco, confermato in panchina anche in vista di Los Angeles 2028: «Non è stata un’intuizione, era l’unico che poteva fare il bene della Nazionale femminile – ha dichiarato in un’intervista rilasciata a Il Foglio. Che è fortissima, ma aveva bisogno di più serenità e di un aiuto tecnico».

Anche il suo omologo maschile, Fefè De Giorgi, ha rinnovato fino al 2028, nella speranza di riscattare la campagna di Parigi e mostrare fino in fondo anche ai Giochi il talento e la qualità emersi nelle altre manifestazioni.

«I matrimoni come si fanno si disfano. Non dimenticate che un tecnico che vince, e loro l’hanno fatto, è appetibile da altre Federazioni. Non è un azzardo, noi riponiamo fiducia in loro».

Intervista Manfredi: Le priorità del quadriennio

Nelle idee del presidente sono chiare le priorità del prossimo quadriennio per continuare ad alimentare il vantaggio competitivo che fa dell’Italia l’NBA del volley mondiale.

«Vogliamo portare più bimbi nelle palestre e tifosi nei palazzetti. Verranno investiti dieci milioni per costruire una trentina di impianti sportivi. Noi daremo l’involucro, un impianto di gioco con spogliatoi e infermeria e poi le singole regioni che vorranno investire faranno richiesta. Il problema delle strutture c’è in tutta Italia e le prime saranno pronte entro il 2027».

Dato il peso specifico dell’Italia nella pallavolo, stupisce il fatto di non avere rappresentanza nel consiglio mondiale della Fivb, presieduto dal brasiliano Azevedo. «Non siamo i soli. In Europa le nazioni più forti non ci sono. Il fatto che uno vale uno, cioè il voto di tutti i paesi pesa allo stesso modo, produce questa stortura, ma come Italia non abbiamo particolari interessi da recriminare. Organizziamo gli eventi e siamo economicamente stabili».

Intervista Manfredi: Le istanze dei giocatori

Sempre in tema di rappresentanza, i giocatori spingono per una maggiore voce in capitolo, e portano sul tavolo il tema del logorio fisico dovuto all’intensità e frequenza delle competizioni, specie con riferimento al Mondiale.

«Giocare molto incide sul loro fisico e infatti la formula di questo Mondiale sarà snella, però rispondo che è il gioco delle parti, la Federazione mondiale deve anche sviluppare lo sport in paesi dove non c’è un campionato come in Italia».

Una soluzione ventilata per mantenere alta la soglia di attenzione del pubblico che avrebbe benefici anche sulla salute dei pallavolisti è quella di accorciare i tempi delle partite.

«È necessario abbreviare la durata, ma se una partita finisse in pochi minuti chi ha pagato il biglietto protesterebbe. E di solito quelle che vanno per le lunghe sono anche le partite che appassionano di più».

Oltre allo sforzo fisico, gli atleti devono gestire anche la pressione di stampa e media: «L’impatto mediatico che hanno gli atleti oggi è maggiore. Si deve sapere tutto e, secondo me, si esagera, bisognerebbe lasciarli più in pace. A Sanremo c’era Myriam Sylla, è stato uno spot bellissimo per noi invece».

Intervista Manfredi: La crescita del movimento e il professionismo

Il dirigente allarga gli orizzonti e si focalizza in ottica globale: «Sapete che in Africa ci sono nazioni che non hanno neanche un impianto al coperto per giocare? Dobbiamo far crescere tutto il movimento e l’Italia è un socio fondatore di questa Istituzione».

Un tema che tiene sicuramente banco nel movimento è quello del professionismo, con Manfredi che ritiene non siano ancora maturi i tempi per compiere questo importante step.

«Abbiamo avuto l’opportunità ma non siamo ancora preparati. È una scelta che spetta ai club perché sono loro che affrontano le incombenze che ne derivano. Noi li aiuteremo nel passaggio, ma non credo che sarà fatto in tempi brevi».

Le modalità di elezione dei presidenti federali e la partecipazione femminile

La modalità di elezione dei presidenti federali, che si svolge tramite deleghe, ha ricevuto critiche da parte della stampa: «A Rimini hanno partecipato 1.500 persone e ciascuna può alzarsi in piedi e parlare. Nella pallavolo questo sistema funziona, c’è voglia di partecipazione. Poi, se si decide di abolire le deleghe non sarò certo io a mettere l’elmetto per difenderle».

Un obiettivo importante è quello di incoraggiare la partecipazione femminile negli incarichi dirigenziali e nei settori tecnici, dove si assiste ad una scarsità di coach donne.

«Questo succede sia in altri sport che nel resto d’Europa. E la risposta va cercata nella sfera sociale. Io noto che dopo che smettono di giocare sono poche le ragazze che si iscrivono ai corsi di allenatore. Dobbiamo fare qualcosa in più per aiutarle ad avvicinarsi».

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