«Nei giorni d’oro di Mennea e Simeoni, avevamo in Pietro e Sara due idoli assoluti ma dietro non c’era granché. Adesso abbiamo la squadra più forte di sempre, non ci sono comparse, quasi in ogni prova abbiamo ragazze e ragazzi che possono sognare in grande». Parola di Stefano Mei, presidente della Fidal, alla luce degli ultimi successi delle categorie giovanili, con Kelly Doualla nei 60 indoor e Alessia Succo nei 60 ostacoli.
Nuovissime leve dell’atletica tricolore che spingono il numero uno di Fidal a dire che «il meglio deve ancora venire».
Ma se i giovani atleti iniziano a distinguersi nelle categorie giovanili il merito è «dell’estate magica di Tokyo 2021 e successivamente di Parigi 2024 – precisa Mei in un’intervista rilasciata a La Nazione -, perché nel nostro sport nulla accade per caso e a partire dall’Olimpiade giapponese si è innescata una dinamica virtuosa, con Jacobs, Tamberi e tanti altri che hanno fatto da testimonial, cambiando l’immagine dell’atletica e dando un nuovo appeal su bambini e bambine. E i risultati spingono all’emulazione, all’imitazione in positivo».
Mei, obiettivo Los Angeles 2028 e oltre
Bambini che adesso iniziano a macinare risultati e che lo andranno a comporre la delegazione olimpica per i Giochi di Los Angeles 2028. «L’atletica azzurra ha già la squadra anche per Brisbane 2032 – prosegue Mei –, non sto scherzando, oltre alle ragazze di cui sopra abbiamo Furlani, Simonelli e Nadia Battocletti, giusto per menzionarne qualcuno ma l’elenco è molto lungo».
E se il movimento dell’atletica sta crescendo parte del merito è attribuibile proprio a Stefano Mei, nonostante sia presidente della Federatletica solo dal 2021.
«Ho puntato sugli investimenti da destinare alla cosiddetta preparazione olimpica. Abbiamo speso di più e meglio, per mettere tecnici ed atleti nelle condizioni ideali – aggiunge -. Gli effetti sul reclutamento sono decisivi: se posso scegliere tra mille ragazzi e ragazze anziché tra cento, chiaramente le prospettive cambiano. Non dobbiamo mai smettere di crescere. Dopo di che ci vuole pazienza, con i giovanissimi soprattutto».
Mei su Malagò: «Sarei felice se restasse»
Infine, Mei non si sottrae a un passaggio su Malagò. L’attuale numero uno del Coni ha il mandato in scadenza a maggio con le nuove elezioni federali già programmate a giugno. Tuttavia, a meno di un anno dai Giochi di Milano Cortina 2026 non sono pochi a valutare una proroga, anche di un anno, di Malagò per garantire una sorta di stabilità.
«Io sono un uomo di sport e non di cavilli. So che c’è una legge, ma è curioso che per i vertici delle singole federazioni di fatto non ci siano limiti di mandato e invece per il Coni sì – considera Mei -. Mi limito ad osservare che lo sport, grazie anche al Coni, è diventato una eccellenza italiana e se Malagò potesse continuare il suo lavoro, io ne sarei felice».