Si avvicinano i Giochi Invernali 2026. Un’edizione che verrà ricordata per essere la prima improntata su un modello diffuso sul territorio, volto a valorizzare il contributo delle comunità locali.
In questo senso, assume un’importanza cruciale il lavoro in sinergia tra le istituzioni, come sottolinea il ministro per lo Sport Andrea Abodi: «Richiamo il quarto motto olimpico: community. Credo sia l’elemento caratterizzante delle sfide che stiamo vivendo e che affronteremo in questo anno che ci separa dall’apertura dei Giochi».
La legacy dell’evento: l’impatto sulla cultura sportiva
Sebbene il percorso sia ancora lungo, ci si attende un impatto duraturo e incisivo a livello di società, andando a stimolare uno stile di vita attivo nella popolazione come eredità intangibile della manifestazione.
«Le Olimpiadi esaltano lo sport in Costituzione – prosegue Abodi -, e devono andare oltre il gesto sportivo. Ciò che lascerà il segno sarà una cultura sportiva evoluta e consolidata. In tal senso il patrimonio del Cio è inestimabile, sarà cruciale la promozione anche attraverso scuole e università per migliorare la qualità della vita e il benessere delle persone».

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Olimpiadi diffuse – Un modello che fa scuola
Per ottenere questi ambiziosi risultati, è importante fare leva sulle competenze specialistiche, che sono diffuse sul territorio e da cui bisogna attingere per vincere questa sfida, come rimarca il presidente del Coni Giovanni Malagò.
«Ognuno dei vertici delle istituzioni dell’Olimpiade rappresenta uno dei luoghi considerati templi delle discipline sportive a livello internazionale da decenni. Ci siamo basati sulla competenza e il know-how, potendo contare su comitati organizzatori che sono fiori all’occhiello del sistema sportiva italiano. Ora si tratta di mettere a sistema i pezzi che fanno parte della complessità, tra logistica, sicurezza e operations. Una bella sfida che sono sicuro vinceremo».
Un’idea nata per contenere i costi e mitigare l’impatto quella delle Olimpiadi diffuse, che però è subito emersa come un modello virtuoso, tanto che è già diventato un caso di studio e una fonte di ispirazione per i prossimi Giochi Invernali.
«Abbiamo fatto di necessità virtù – aggiunge il vertice del comitato olimpico italiano – quando ideammo questa atipica forma di candidatura. Sapevamo che, come era successo in passato, non era possibile concentrare, né per il livello dei costi, né perché le infrastrutture che si sarebbero realizzate sarebbero state profittevoli in futuro. Come ha spiegato il presidente Bach, abbiamo implementato tutte le riforme alle agende sottoposte dal Cio».

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Olimpiadi diffuse – Il valore dei territori
Le regioni coinvolte possono contare su bellezze naturali e architettoniche con pochi uguali al mondo, con il Veneto che è esempio lampante di come la distribuzione sul territorio consenta di coniugare perfettamente questi due aspetti.
«A livello regionale – spiega il presidente del Veneto Luca Zaia – da un lato spicca il patrimonio dell’umanità, ovvero le Dolomiti, dall’altro la volontà di valorizzare un monumento unico come l’Arena di Verona che ospiterà la chiusura dei Giochi».
Il nuovo paradigma mette al centro il concetto di sostenibilità e di ascolto delle istanze territoriali, fattori emersi fin dalla fase di presentazione della candidatura in Lombardia, come evidenzia Attilio Fontana, governatore della regione.
«Fin dal momento della candidatura abbiamo esteso la proposta a stakeholder e associazioni per ascoltare la voce del territorio. Questa sfida è nuova ed esaltante, perché consente la realizzazione di Olimpiadi sostenibili, la diffusione sul territorio consente l’utilizzo e il rinnovo dell’impiantistica che c’era già senza stravolgere la nostra realtà. I singoli territori si sentono sempre più partecipi e stanno dando un contributo positivo, con lo spirito olimpico che si sta diffondendo su tutta la regione».

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Olimpiadi diffuse –Il coinvolgimento della comunità locale
Infine, un altro aspetto importante, oltre all’organizzazione dell’evento, è quello del coinvolgimento della comunità locale, che ha un ruolo pivotale nel creare l’atmosfera vibrante che caratterizza le Olimpiadi.
«Bisogna preparare i luoghi, e poi coinvolgere la città. Per Milano avranno un ruolo centrale gli impianti sportivi, il villaggio olimpico e lo stadio San Siro, dove si terrà la cerimonia di apertura – commenta Giuseppe Sala, sindaco del capoluogo lombardo –. Il secondo punto è altrettanto importante, stiamo facendo una chiamata a imprese e cittadini affinché siano partecipi a questo grande evento. Milano avrà un’ondata di beneficio dalle Olimpiade sulla scia di quello dell’Expo».