Zanatta, presidente Tecnica Group: «Ecco le ragioni per cui non abbiamo investito su Milano Cortina»

Il presidente della più grande azienda dello Sport System trevigiano spiega le motivazioni dietro alla decisione di restare fuori dal programma di sponsorizzazione dei Giochi.

Olimpiadi sponsor Veneto
veneto grande assente
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Il Veneto grande assente da Milano Cortina. Sembra un paradosso, data la centralità del territorio nella manifestazione, ma le imprese locali per ora non hanno risposto con entusiasmo ai Giochi Invernali.

Tanto che l’ad della Fondazione Andrea Varnier aveva esortato una maggiore partecipazione dell’imprenditoria locale: «il tessuto imprenditoriale del Veneto non ha ancora capito che le Olimpiadi porteranno contributi importanti».

Il Corriere del Veneto ha interpellato Alberto Zanatta, uno dei protagonisti dello Sport System trevigiano in quanto presidente di Tecnica Group, la più grande realtà in termini dimensionali del distretto, il cui portafoglio si compone di brand famosi dello scarpone e dello sci (Blizzard e Nordica tra gli altri).

Olimpiadi sponsor Veneto – Le ragioni del no di Tecnica Group

Il primo ostacolo è rappresentato dalle cifre: «quando siamo stati avvicinati, eravamo ancora sotto la gestione del precedente ad – Vincenzo Novari, ndr -, si parlava di un impegno intorno ai quattro milioni. Magari c’era spazio anche per dimezzare la cifra, ma va tenuto presente che c’è anche un costo da affrontare per la conseguente campagna di comunicazione: se diventi sponsor dei Giochi e vuoi avere un ritorno, devi farlo sapere al pubblico».

La cifra non appare comunque proibitiva per un gruppo che fattura 540 milioni: «sì, ma stiamo parlando di una sponsorizzazione su scala nazionale: puoi utilizzare i diritti d’immagine, a cominciare dal logo con i cinque cerchi, solo in Italia. Se vuoi farlo a livello mondiale, la cifra da investire è molto più alta, siamo sui 25-30 milioni».

Il perimetro d’azione ristretto diventa dunque un freno all’investimento: «perché il mercato italiano vale il 7% di tutto il nostro fatturato. Quindi, fatti due conti, avremmo dovuto spendere 4 milioni per un’attività che ne realizza 35, in un rapporto che supera il 10%. È quindi una semplice valutazione costi-benefici. Tra l’altro, anche ragionando in termini di investimento per il futuro, c’è da dire che il movimento olimpico non fa grande presa sul pubblico giovanile».

In termini di efficacia, Zanatta mette dunque in dubbio il valore della partnership nel coinvolgere le nuove generazioni: «il problema dell’appeal sulle nuove generazioni c’è. Sono nella Federazione mondiale dei produttori di attrezzi sportivi e ci capita spesso di parlarne. Non è un caso se ai Giochi estivi il Cio introduce discipline come lo skateboard o il Bmx. Perfino la cerimonia di apertura di Parigi, che è stata oggetto di polemiche, è dipesa anche dalla ricerca di uno stile più accattivante per le fasce d’età più basse».

Il diritto di esclusiva di Solomon e la stagione sciistica in partenza

The ship has sailed, almeno per Tecnica e le aziende di attrezzature sportive invernali: «Chi investe come sponsor ha un diritto di “esclusiva”, di conseguenza anche le altre aziende venete specializzate nell’attrezzo sportivo invernale, non solo noi, non hanno più margini per entrare. Può sembrare strano, ma Salomon – brand francese premium partner di Milano Cortina 2026, ndr – vende in Italia più di quanto non facciamo noi».

Il vertice di Tecnica conferma, dunque, che l’interesse è sempre stato alto, semplicemente le valutazioni aziendali hanno portato a desistere: «nessuno snobba le Olimpiadi e nessuno le disprezza. Non è un “tradimento”. A tutti noi piacerebbe partecipare come sponsor, ma io, come i miei colleghi, ho l’obbligo di valutare ciò che è opportuno per le nostre aziende».

Una battuta anche sulla stagione sciistica appena partita: «per il nostro business, direi che restiamo positivi: ci attendiamo stabilità nei risultati, il che è già tanto in un contesto molto difficile. Lo sci è diventato costoso per gli utenti, e il prezzo dello skipass, sul quale spesso si concentrano i media, è solo una parte del problema».

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