La casa motociclistica austriaca KTM, leader in Europa e protagonista di successo nel panorama mondiale delle due ruote, sta attraversando una fase critica.
Secondo recenti dichiarazioni ufficiali e come ripreso da Palco23, l’azienda ha accumulato un debito di 3 miliardi di euro, spingendola a intraprendere una profonda ristrutturazione aziendale.
In un comunicato rilasciato pochi giorni fa, KTM ha dichiarato: «È arrivato il momento di fermarsi ai box», confermando l’intenzione di avviare una procedura di ristrutturazione legale con auto-amministrazione. Questa iniziativa mira a riorganizzare le finanze dell’azienda, con l’obiettivo di completare il processo entro 90 giorni.
Il ceo Stefan Pierer, pilastro di KTM da oltre trent’anni, ha sottolineato l’importanza della ristrutturazione: «Questo è un pit-stop necessario per prepararsi al futuro. Il marchio KTM è il lavoro della mia vita e farò di tutto per proteggerlo».
Allo stesso modo, il co-ceo Gottfried Neumeister ha dichiarato: «Il nostro obiettivo è rendere l’azienda solida, per tornare a concentrarci sulla produzione delle moto più belle del mondo».
La MotoGP non si ferma: il futuro resta solido
Nonostante la situazione finanziaria, KTM ha ribadito che le operazioni legate alla MotoGP non saranno influenzate dalla crisi aziendale.
Attualmente, l’azienda schiera due squadre nella classe regina, con piloti di talento come Pedro Acosta e Brad Binder, oltre ai satelliti Maverick Viñales ed Enea Bastianini. Il noto manager Carlo Pernat ha rassicurato che la divisione MotoGP resta estranea alle difficoltà economiche: «L’intera parte MotoGP è fuori da qualsiasi dinamica di crisi».
L’accordo con Dorna Sports, che garantisce la presenza di KTM nel Motomondiale fino al 2026, rappresenta un importante segnale di stabilità per il futuro.
KTM punta al risanamento: l’azienda richiede l’ingresso in amministrazione controllata
Espansione e acquisizioni: il caso MV Agusta
Negli ultimi anni, KTM ha perseguito una strategia di espansione aggressiva, culminata nell’acquisizione del 50,1% di MV Agusta. Quest’operazione ha rafforzato la posizione del marchio austriaco nel segmento delle moto di lusso, ma potrebbe aver contribuito al peso del debito accumulato.