La F1 è il campionato più popolare al mondo: i fan salgono a 750 milioni

Secondo l’ultima rilevazione di Nielsen Sports la F1 è diventato il campionato più seguito al mondo registrando tassi di crescita a doppia cifra in particolare in Medio Oriente.

F1 studio Nielsen
Appeal globale per il circus
Image credit: DPPI/Panoramic/Insidefoto

Oltre 750 milioni di fan in tutto il mondo, con una crescita del 5,7% – equivalente a 50 milioni di persone – nell’ultimo triennio. Numeri che fanno della Formula 1 il campionato mondiale più seguito, secondo l’ultima analisi pubblicata da Nielsen Sports.

Lo studio, condotto in 37 mercati attraverso una survey su 46.000 persone ha certificato che Il Circus gode di ottima salute e il suo appeal su scala mondiale è in crescita su numerosi target e in diverse aree geografiche.

Uno dei dati più eclatanti riguarda il genere di spettatori della F1: lontano dallo stereotipo ormai passato improntato sul machismo correlato ai motori, si scopre che il 41% dei fan è donna e che, la fascia d’età tra i 16 e i 24 anni, è quella che rappresenta la più rapida crescita a livello globale.

Ancora positiva l’influenza di Drive to Survive

Ancora una volta va dato del merito a Liberty Media e all’intuizione di lanciare in collaborazione con Netflix una docuserie che facesse conoscere i dietro le quinte di uno sport per tanti versi “riservato” e semplificasse, rendendoli accessibili al grande pubblico, i tecnicismi peculiari dei motori.

Il risultato, per un format giunto alla sesta stagione è ancora importante, considerano che l’influenza di Drive to Survive di Netflix rimane tangibile anche nel 2024. Il 35% dei partecipanti alla survey Nielsen Sports ha affermato di aver più “fame” di Gran Premi proprio grazie alla serie, mentre il 25% è diventata fan proprio dopo aver visto Drive to Survive.

F1 Studio Nielsen: la miniera per gli sponsor

La crescita su scala globale dei fan, va da sé, attira anche maggiori sponsor. E puntare sulla F1 per un brand di portata mondiale non è un azzardo ma un ritorno garantito. Lo studio ha rilevato che i partner principali dei “top team” della Formula Uno hanno generato una media di 6 milioni di dollari di valore mediatico per gara.

L’accordo di sponsorizzazione medio per un team è aumentato del 56%, passando dai 2,87 milioni di dollari nel 2019 agli attuali 5 milioni. Sodalizi commerciali non solo più redditizi ma anche più brevi: sempre comparando al 2019, la durata media degli accordi è passata da 5,2 anni agli attuali 3,2, così da garantire più dinamismo nel mercato.
E anche la diversificazione delle categorie degli sponsor conferma la vivacità del mercato di cui sopra.

Gli sponsor del mondo IT pesano per il 20% complice l’impegno crescente degli ultimi anni di aziende come HP, Dropbox, Globant e Workday, mentre valevano solo il 3% nel 2019.

Stessa dinamica per i servizi finanziari che pesavano per il 2% in termini di sponsorizzazioni nel 2019 e contro l’attuale share del 17%.

Le Geografie della F1: Il Medio Oriente recita da protagonista

Se le donne, in particolare giovani, rappresentano la fascia demografica con la crescita più rapida a livello globale, in termini di aree geografiche è il Medio Oriente la geografia in costante ascesa.

L’Arabia Saudita è il mercato che cresce di più, con l’11% in più di fan rispetto al 2023 mentre gli Emirati Arabi Uniti, che ad Abu Dhabi ospita il round finale del campionato dal 2009, registra comunque un incremento, pari al 6%.

Che l’area del Golfo “senta” sempre più la F1 è ormai un’evidenza. Il colosso petrolifero Aramco legato all’Aston Martin, Il Qatar Investment Authority che ha recentemente investito nel progetto sportivo di Audi acquistandone il 30% sono solo due esempi di come gli interessi di quest’area del mondo siano sempre più forti verso la F1.

E lo dimostra il calendario sportivo. Anche nel 2025 i GP in Medio Oriente saranno quattro (uno in più degli Stati Uniti): presenti il Bahrein e l’Arabia Saudita a inizio stagione e la tappa in Qatar a precedere quella di Abu Dhabi a fine stagione.

Ma anche i mercati storici, ossia quelli europei, non registrano flessione e di fatti “lottano” per tenersi stretti i Gran Premi. Il Regno Unito cresce del 2,3% e la Germania del 4,5%.