Chi ben comincia è a metà dell’opera. La Fondazione di Milano Cortina a oltre 400 giorni dalla data delle Olimpiadi ha raggiunto l’importante traguardo di 300 milioni di raccolta da sponsor sull’obiettivo finale di 550, secondo le stime apparse sul Corriere del Veneto.
Le sponsorizzazioni si dividono in cinque livelli: mentre i partner mondiali stabiliscono un’intesa direttamente col CIO, per gli altri quattro – premium partner, partner, sponsor e supporter – le aziende si accordano direttamente con il comitato organizzatore.
A trainare il programma di raccolta i grandi gruppi industriali italiani, che hanno aderito al programma in veste di premium partner: Enel, Eni, Ferrovie dello Stato e Poste Italiane.
In questo raggruppamento si è aggiunta la francese Salomon, azienda di abbigliamento e attrezzature per gli sport invernali, con una forte presenza nelle Alpi e che punta a consolidarsi nel Belpaese.
Milano Cortina sponsor – Le adesioni tra campioni nazionali e realtà estere
Osservando il cluster dei partner, anche qui è massiccia la presenza di forti realtà industriali italiane, da Emporio Armani EA7 a Esselunga, passando per TIM. Presenti anche le multinazionali Randstad e Juniper Networks.
Tra gli sponsor figurano, oltre a nomi di spicco del Made in Italy quali Technogym, Intercom Dr Leitner e KIKO Milano, realtà che promuovono le eccellenze del territorio quali il Consorzio Grana Padano e il Consorzio Prosecco DOC. Chiude il cerchio la statunitense Salesforce.
Infine, la categoria più variegata è quella dei supporters, che vede la presenza nell’ambito nazionale di un importante azienda di servizi come TicketOne, oltre che di Valtellina Taste of Emotion, realtà locale che punta diffondere i prodotti enogastronomici del territorio.
Ampio spazio anche per le aziende straniere: dall’azienda simbolo della nutrizione sportiva Herbalife, fino alla giapponese Airweave, passando per le tedesche Ottobock e Kässbohrer, rappresentata dalla filiale italiana.
Milano Cortina sponsor – La geografia delle partnership
Roma e Milano hanno risposto presente. Se si guarda alle adesioni si nota infatti come sia le partecipate dallo stato, sia i gruppi meneghini siano presenti a più livelli all’interno del programma gestito direttamente dalla Fondazione.
I margini di incremento per avvicinarsi all’obiettivo sono da ricercarsi nel nord-est, e precisamente in Veneto, territorio coinvolto in prima linea nell’organizzazione e nello svolgimento dei Giochi.
L’ad della Fondazione Andrea Varnier ha rivolto un appello all’imprenditoria locale, sottolineando le forti opportunità derivanti dall’associarsi a una manifestazione globale che può fungere da volano per sviluppare il brand: «ci sono molte aziende venete da cui mi sarei aspettato un ascolto più sensibile nei confronti dei Giochi» – ha dichiarato.
L’imprenditoria veneta grande assente: le ragioni e lo scenario
Gli occhi sono puntati in primis sui marchi del distretto dello Sport System trevigiano, da cui fino ad ora non sono arrivate adesioni. L’unico nome in regione che finora ha raccolto l’invito è infatti il Consorzio Prosecco DOP.
Sebbene il tessuto imprenditoriale italiano si componga principalmente di piccole-medie imprese, la soglia di accesso al programma di sponsorizzazione, stimata in qualche milione, non dovrebbe costituire un ostacolo insormontabile per le realtà venete.
Anche se non è stata stabilita una deadline precisa, l’orologio potrebbe a breve non giocare più a favore delle imprese, con la speranza che, come pronosticato in maniera pessimistica ma anche esortativa da Varnier, le aziende non si rendano conto del potenziale dei Giochi a conti fatti.