ATP, Gaudenzi: «Le decisioni vengono prese da 7 board differenti: il piano One Vision per un’unica governance»

Il presidente del circuito tennistico maschile auspica un processo di unificazione con Wta e Grandi Slam per snellire i processi decisionali e massimizzare la portata commerciale del prodotto tennis.

Atp Gaudenzi
il tennis del futuro
Andrea Gaudenzi (Photo by: Nicolò Campo / Insidefoto)

«Dobbiamo unirci a Wta e Grande Slam». Questo l’auspicio di Andrea Gaudenzi, presidente del circuito Atp, che in un’intervista rilasciata alla stampa in occasione delle ATP Finals di Torino ha evidenziato l’esigenza di snellire i processi decisionali.

«I nostri problemi derivano dal fatto che le decisioni sul tennis vengono prese da 7 board differenti. Stiamo lavorando con la Wta sul progetto Tennis Ventures per l’unione dei diritti commerciali dei due tour, contiamo di chiudere entro la fine del 2025».

Se il primo passo riguarda il tema dei diritti commerciali tra i tour maschile e femminile, con la regia dell’Arabia Saudita tramite il fondo Pif come veicolo del governo, Gaudenzi si spinge oltre e immagina un futuro in cui il tifoso sia al centro.

«Per me dovremmo unirci anche agli Slam per creare un’unica piattaforma digitale che consenta all’appassionato, con un solo abbonamento, di vedere tutto. Allo stesso tempo dobbiamo massimizzare la distribuzione, ci sono le pay tv, le tv in chiaro che sono molto importanti per noi. Tutto questo fa parte del nostro piano One Vision per un’unica governance».

Atp Gaudenzi – Il tema della monetizzazione dell’audience

Il tennis oggi sta riscontrando un boom di popolarità, in primis in Italia, che non si sta tuttavia ancora riscontrando in un’adeguata valorizzazione dell’audience del prodotto, con particolare riferimento alla distribuzione televisiva. «Facciamo un po’ di fatica sui diritti media: oggi il tennis ha 1 miliardo di spettatori ma sui media monetizza l’1,3%. La domanda c’è, è la capacità di venderlo che manca».

Il dirigente si focalizza poi su quella che a suo avviso è la direzione da intraprendere per arricchire la proposizione di valore, anche in ottica di coinvolgere in maniera efficace diversi target in termini di fasce di età.

«Quello che dobbiamo fare meglio è spezzettare il prodotto e darlo su canali diversi, in forme diverse, in funzione dell’audience, privilegiando contenuti short per i più giovani e valorizzando le storie fuori dal campo che il tennis può raccontare. La nostra idea, per esempio, è incentivare prodotti come quello che Netflix ha deciso di chiudere».

Atp Gaudenzi – L’Arabia Saudita guarda al tennis

Rispetto all’Arabia Saudita, Gaudenzi sottolinea l’importanza di mantenere un approccio propositivo verso la nova geografia dello sport: «Noi vogliamo costruire ponti e non muri. Hanno fatto tantissimi progressi, lo sport deve essere un agente di cambio».

Rispetto all’ipotesi di un Masters 1000 ospitato nel paese del Golfo, con l’iniziativa del Six King Slam a rappresentare una sorta di banco di prova in tal senso, l’ex tennista si impegna a mantenere inalterato il palinsesto attuale.

«Il piano One Vision ha garantito agli attuali 9 tornei Masters 1000 una protezione di categoria per 30 anni. Semmai diventeranno 10. Peraltro, la stabilità introdotta ha favorito gli investimenti nelle infrastrutture, da Roma a Shanghai a Cincinnati. Qualora prendessimo questa decisione, non si comincerebbe prima del 2028, perché c’è anche un tema di infrastruttura che va costruita».

Atp Gaudenzi – Il punto rispetto al rinnovo delle ATP Finals

C’è spazio anche per tracciare un bilancio rispetto all’andamento delle Atp Finals di Torino, con il capoluogo piemontese che le ospita per la quarta edizione in virtù di un contratto quinquennale in scadenza nel 2025.

«Siamo contentissimi, è andata anche oltre le aspettative. C’era un po’ di tensione arrivando da Londra. Poi c’è stato il Covid. Adesso è diventato un evento stupendo. Al di là del calore del pubblico e della fortuna di avere Sinner, la sorpresa è stata la qualità del prodotto a livello di show sul campo, le luci, lo stadio, la piantina. La cosa che mi piace tanto è l’integrazione con la città, ti sembra proprio di vivere il tennis in tutta Torino. Complimenti anche alla Fitp, siamo stracontenti».

Le premesse sembrano dunque andare nella direzione del rinnovo quinquennale, con l’unico nodo da sciogliere rispetto alla staffetta con Milano. Il presidente di Atp non si è tuttavia sbilanciato in tal senso: «Non farò nessun annuncio sul futuro delle Finals, dovete aspettare domenica».

Un altro indizio che sembra incrementare ulteriormente le chance di una permanenza in Italia riguarda i criteri di valutazione con cui l’Atp valuta le candidature, che sembrano essere rispettati in pieno da Torino, e potenzialmente anche dalla papabile subentrante Milano.

«Una cosa che sta molto a cuore al board dell’Atp e ai giocatori è andare in un mercato dove ci sia un alto interesse del tennis, dove ci sia un’ottima atmosfera perché il prodotto del pubblico on site ha un impatto importante. Bisogna anche tenere in considerazione da dove arriva il circuito, le Finals si giocano dopo Parigi-Bercy; c’è un tema di vicinanza per i giocatori. C’è anche l’aspetto economico, la rilevanza del mercato. Sono questi i criteri per avere un prodotto di successo, come lo è stato a Torino in questi anni».

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