«Le Olimpiadi e le Paralimpiadi, che considero sullo stesso piano, sono un momento di gioia, di esaltazione. L’art 33 della Costituzione dice che: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”. Il nostro percorso, in prospettiva, è l’unificazione in un solo organismo». Le parole sono di Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i Giovani durante la conferenza stampa “La disabilità non è un limite”.
Il titolare del dicastero dello Sport si è esposto, così, sulla possibilità di unificare CONI e CIP (Comitato Italiano Paralimpico) e sul valore degli atleti paralimpici, sottolineato nei risultati appena conseguiti ai Giochi di Parigi 2024.
Il valore delle Paralimpiadi francesi è stato di assoluto livello, conseguendo più medaglie della competizione olimpica, come avvenuto a Tokyo 2021. Un movimento, però, che guadagna le pagine dei giornali sono in occasioni di appuntamenti globali, come quelli di una Paralimpiade, su cui Abodi si è espresso in merito.
«Vuol dire che quel valore che viene riconosciuto, deve diventare un diritto soprattutto per le attività quotidiane, quelle non dei momenti clamorosi – ha sottolineato – ma quelli necessari per garantire le pari opportunità», ribadendo poi la necessità di lavorare sugli stadi e gli impianti sportivi, «quasi mai – ha detto – accessibili».
Abodi unificazione CONI CIP – Il tema dell’accessibilità degli impianti
L’idea di unificare CONI e CIP stuzzica Abodi ma, allo stesso tempo, è proprio il ministro per lo Sport ad avvertire che sono ancora ampie le differenze di diritti tra i due movimenti, l’olimpico e il paralimpico.
«Bisogna garantire le pari opportunità, ma siamo ancora lontani – ha commentato -. Dove non stiamo andando nella direzione giusta se parlo di sport? Sicuramente nella scuola. Le lacune lì iniziano dalle infrastrutture e gli impianti devono essere veramente accessibili, ma gli stadi e gli impianti in Italia non lo sono quasi mai»
Legge di bilancio, istituito un fondo da 55,5 mln per le Paralimpiadi 2026
Dichiarazioni che vengono dimostrare da numeri evidenti, sottolineati dallo stesso Abodi. Sono, infatti, ancora 13mila le scuole senza palestra «eppure, nonostante tutto, riusciamo a esprimere talenti e grandi eventi. La normalità è stabilità, non l’emozione di un momento».
Presente all’evento, anche il presidente CIP Luca Pancalli si è accodato al pensiero di Abodi, soffermandosi sul valore sociale del movimento paralimpico. «Il movimento paralimpico italiano sta rappresentando nel Paese da più di 20 anni a questa parte, non solo un contenitore organizzativo ma un vero e proprio modo di pensare: idealizzare una visione dello sport paralimpico che però può essere contaminante per il bene del Paese».