La trimestrale di Nike: un calo che preoccupa Wall Street e svela incognite sul futuro

Agitazione dopo l’annuncio di una trimestrale in calo, con la revisione delle stime per l’intero anno e il rinvio della giornata dedicata agli investitori per la prima volta in sette anni.

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PEGGIOR RISULTATO DAL 2020
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Arrivare sempre per primi non è possibile. Lo sanno anche i più grandi atleti internazionali, e Nike lo sta imparando negli ultimi mesi. Ieri, infatti, l’azienda ha subito un nuovo scivolone a Wall Street dopo l’annuncio di una trimestrale in calo, con la revisione delle stime per l’intero anno e il rinvio della giornata dedicata agli investitori per la prima volta in sette anni.

Nonostante Nike abbia superato le aspettative sull’utile netto nel terzo trimestre (che è sceso meno del previsto), i ricavi hanno deluso leggermente le previsioni, registrando un calo del 10% a 11,59 miliardi di dollari rispetto al terzo trimestre del 2023.

Come riportato dall’edizione odierna de Il Sole 24Ore, questo rappresenta il peggior calo trimestrale dall’inizio della pandemia, un dato atteso sia dal mercato che dalla società stessa.

La strategia di contenimento dei costi, inclusi i licenziamenti annunciati lo scorso anno, ha comunque consentito all’azienda di ottenere risultati migliori a livello di redditività. L’utile netto è sceso del 28%, molto meno rispetto alla previsione di un calo del 47% fatta dagli analisti, segnando comunque la peggiore flessione dal 2020.

Nike trimestrale – Preoccupazione da Wall Street

Durante la call con gli analisti, Nike ha avvertito che le vendite potrebbero diminuire tra l’8% e il 10% nel prossimo trimestre, superando il calo del 6,7% previsto da Wall Street. Questo dato ha rafforzato le preoccupazioni del mercato riguardo al futuro dell’azienda, storicamente leader nel settore sportswear.

A rendere la situazione più incerta è stata la decisione di Nike di ritirare le stime per l’intero anno fiscale, alimentando il timore che il calo dei ricavi possa essere superiore al 5% previsto dagli analisti, il peggior risultato dal 1999.

Il momento che sta attraversando Nike è delicato, segnato dall’avvicendamento ai vertici dell’azienda. L’attuale amministratore delegato John Donahoe lascerà a breve il posto a Elliott Hill, che guiderà la società dal 14 ottobre.

Hill, con 32 anni di esperienza in Nike, ha già giocato un ruolo chiave nel rilancio delle vendite in Nord America nel 2010. Il mercato vede in Hill una figura capace di invertire la rotta: infatti, dopo la sua nomina, le azioni Nike hanno rimbalzato del 10%, anche se sono ancora in calo del 21% dall’inizio dell’anno.

Nike trimestrale – Sulla scia del competitor di sempre

Questo cambio di leadership ricorda quanto avvenuto per Adidas lo scorso anno, quando il nuovo ceo Bjørn Gulden definì il 2023 un “anno di reset” per l’azienda. Dopo un periodo di stagnazione, Adidas è tornata a crescere nei primi due trimestri del 2024, riuscendo persino a rivedere al rialzo le previsioni di redditività per l’anno.

In conclusione, la trimestrale di Nike evidenzia la necessità di un profondo rinnovamento strategico. La nomina di Hill rappresenta un’opportunità, ma il percorso per riportare l’azienda ai vertici sarà lungo e pieno di sfide, simile a quanto affrontato dai principali competitor.

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