L’importanza di osare. Un aspetto cruciale per la traiettoria di sviluppo intrapresa dall’E1 Series, il primo campionato di barche da corsa elettriche, che ha debuttato all’inizio del 2024 a Gedda, in Arabia Saudita.
L’uomo dietro al successo della competizione è Rodi Basso, un ingegnere aerospaziale prestato al mondo dei motori. Dalla NASA in veste di consulente, agli incarichi in Magneti Marelli e McLaren Applied Technologies, passando per le prestigiose scuderie di Formula 1 Ferrari e RedBull, inizialmente con ruoli tecnici fino ad assumere posizioni manageriali di rilievo.
Da sempre a stretto contatto con ambienti ad alto tasso di innovazione, il ceo e co-fondatore del campionato ha messo a frutto il suo bagaglio di esperienza nel progettare una competizione in grado di stimolare sviluppo tecnologico nell’industria nautica e oltre, con la sostenibilità al centro della visione.
Rodi Basso si è raccontato a Sport e Finanza, tracciando il punto di questa prima edizione, e delineando le prospettive di sviluppo e le direttrici di crescita di un progetto sfidante che sta ridefinendo i confini delle gare tra imbarcazioni.
Domanda. Siamo alla seconda tappa ospitata in Italia, in due location altamente iconiche e suggestive (Venezia e Como, ndr). Qual è il lascito sul territorio che produce l’organizzazione di un evento della E1 Series?
Risposta. La E1 è stata per due volte in Italia nella prima stagione del campionato, e la risposta da parte dei nostri ospiti e dei residenti è stata molto entusiasmante. Abbiamo avuto una media di 500 presenze al giorno nell’Ocean Club, l’area hospitality. Ci siamo affidati a due iconiche istituzioni alberghiere: a Venezia al San Clemente Palace Kempinski, mentre a Cernobbio, sul Lago di Como, a Villa d’Este, location che rappresentano l’eccellenza italiana.
L’impatto di E1 è sia qualitativo che quantitativo: dal primo punto di vista si conferma l’interesse serio delle autorità locali e dei privati di mostrare l’importanza della sostenibilità e degli eventi sul territorio. È importante poter continuare ad organizzare eventi che attirino persone nelle località in maniera sostenibile, riducendo al minimo l’impatto ambientale.
In entrambe le tappe italiane i nostri proprietari e i team si sono presentati in persona, portando sull’evento la luce dei riflettori. Tra le due gare abbiamo avuto personalità del calibro di Tom Brady, Marc Anthony, Will Smith e Rafael Nadal che sono venuti ad assistere alla manifestazione.
Dal punto di vista quantitativo ed economico, abbiamo commissionato degli studi dimostrano che la presenza dell’E1 porta un impatto che si aggira tra i 20 e i 30 milioni di euro, con la cifra che varia a seconda delle persone coinvolte.
In base ai numeri che abbiamo registrato nelle tappe in calendario, questo è il ritorno che si genera nel territorio sotto forma di servizi ricettivi, trasporti e ristorazione, e in generale includendo le varie attività turistiche e ricreative. In conclusione, i pilastri della competizione sono sostenibilità e innovazione tecnologica, ma anche valore per le località ospitanti.
D. L’E1 Series fin dalla sua nascita ha dimostrato una spiccata attenzione per la sostenibilità. Come si coniuga questo aspetto sempre più cruciale con l’attrattività per gli investitori, e quali lezioni la vostra esperienza può insegnare al mondo dello sport?
R. La sostenibilità è il punto di partenza della nostra visione e dei nostri valori. Crediamo nello sport, crediamo nell’innovazione tecnologica e miriamo a preservare e garantire un futuro allo stile di vita che si ha nelle aree costiere.
Per ottenere questo risultato dobbiamo guardare alla mobilità e al modo con cui ingegnerizziamo i nostri eventi sportivi in maniera diversa. Gli investitori vedono in questo paradigma un importante criterio nell’allocazione delle risorse. L’investitore è proiettato sul futuro, guarda al ritorno sull’investimento. La competizione è associata al modo in cui nel futuro le persone navigheranno le acque nei laghi, fiumi ed oceani.
Questo cambiamento può avere un impatto su milioni di persone, considerando che più di metà degli esseri umani al mondo vive nelle aree costiere. Questo ampio impatto costituisce un valore importante per gli investitori, perché rappresenta una nuova forma di territorio, una nuova area dove focalizzare i loro interessi.
La nostra esperienza può insegnare al mondo dello sport che è importante il passato, è importante conoscere il punto di partenza di un’iniziativa sportiva. Allo stesso tempo è altrettanto importante osare. Quando siamo partiti nessuno avrebbe scommesso sulla fattibilità di una barca da gara di concezione completamente nuova ed innovativa; nessuno avrebbe puntato sull’applicazione di tecnologie che vengono dal motorsport e dalla parte alta del segmento delle auto in un’imbarcazione da corsa.
Nessuno avrebbe creduto nella possibilità di gareggiare a Venezia. Questo aspetto di sfida dei paradigmi e dello status quo è quello che ci motiva, soprattutto quando in fondo al tunnel di rischi e sacrifici c’è la possibilità di offrire una visione diversa per la mobilità e la propulsione del futuro. Lavoriamo ad un futuro migliore per tutte le persone che navigano e per le attività commerciali che utilizzano l’acqua come mezzo di trasporto.
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D. Avete ottenuto l’esclusiva mondiale per organizzare i campionati per 25 anni. All’interno di questo arco temporale, quali sono gli obiettivi che vi siete dati in termini di percorso evolutivo della competizione?
R. La visione che abbiamo è quella di continuare a innovare, evolvere il formato della competizione in modo da scrivere nuove pagine nel mondo dello sport, degli eventi e della tecnologia. Siamo partiti ereditando quello che abbiamo imparato nel mondo delle corse e delle super car, portando quest’esperienza all’interno di un’imbarcazione da corsa. L’obiettivo è offrire una piattaforma esistente di sviluppo a futuri partner tecnologici.
In questi giorni stiamo discutendo con un fornitore di tecnologia aerospaziale per le celle delle batterie, che ci permetteranno di ridurre con un fattore dieci il tempo di ricarica. Ci confronteremo con chi prenderà queste celle e le metterà insieme in un sistema nuovo, assemblando una nuova batteria. Parliamo a chi sviluppa infrastrutture autonome per la generazione dell’energia elettrica, e a chi sviluppa motori elettrici, guardando all’elettronica di potenza.
Abbiamo diversi aspetti che possono essere migliorati e che soprattutto possono indicare la strada non solo all’interno dell’industria marina e navale, ma anche a ritroso al mondo delle auto e delle corse su pista.
D. Già in questa prima edizione l’E1 Series sta registrando numeri molto importanti. Quali saranno i driver di crescita futuri e le sfide che vi attendono? E che ruolo stanno avendo gli sponsor nell’accompagnarvi nella traiettoria di sviluppo intrapresa?
R. Confermo che i numeri media che stiamo sviluppando, grazie ad un team formidabile, sono una piacevole sorpresa. Abbiamo superato significativamente i nostri target iniziali, e siamo ben oltre quello che abbiamo visto in esperienze precedenti. Dal punto di vista media, siamo presenti in tutto il globo, escludendo tre-quattro paesi nel mondo, e contiamo di arrivare ad una copertura globale.
In futuro, vogliamo aumentare il numero di città nel nostro calendario, in modo tale da raggiungere sempre più una presenza mondiale. Questo obiettivo si raggiunge attraverso lo sviluppo di relazioni con governi e privati in tutto il mondo.
L’anno prossimo prevediamo di espanderci dal Nord al Sud America, oltre che in Medio Oriente, consolidandoci in Europa. Nella terza stagione estenderemo la nostra presenza all’Asia e all’Oceania: questi sono i nostri target principali di crescita.
Dal punto di vista degli sponsor, gli investitori sono molto vicini a noi nell’aiutarci in questa crescita e nel mantenere una visione coraggiosa. Abbiamo un costante supporto nello sviluppo delle imbarcazioni del futuro e nel tessere nuove relazioni che ci permetteranno di espandere la nostra presenza, il nostro calendario e aumentare il numero di team. Al momento abbiamo nove squadre, vogliamo arrivare a dodici.
Il prossimo annuncio previsto verso fine ottobre farà molto scalpore e sarà un driver incredibile per la nostra reputazione e per la conoscenza del brand.
D. L’E1 Series sta attirando personalità di primo piano provenienti dai mondi dello sport e dello show business. Come queste figure di spicco vi stanno aiutando a promuovere la competizione, e quali sono le chiavi per coinvolgere un pubblico sempre più ampio, con particolare riferimento alle nuove generazioni, senza snaturare la proposizione di valore?
R. Abbiamo personaggi di primo piano come Rafael Nadal, Tom Brady, Marc Anthony, Didier Drogba, Virat Kohli, fino ad arrivare a Will Smith, Steve Aoki e Sergio Perez, che per noi sono stati un importante risorsa per due ragioni.
In primis, non sono influencer o ambassador, sono parte attiva del nostro valore, della nostra competizione. Hanno investito direttamente, o indirettamente, per essere proprietari dei team. Hanno un forte coinvolgimento nel progetto, al punto che ci incontriamo con meeting mensili, dove tutti, sotto forma di advisory, ci propongono opzioni e alternative in modo da migliorare sempre di più l’E1.
Mettendo insieme i nove proprietari raggiungiamo circa 850 milioni di followers attraverso i loro canali social. Per un nuovo progetto, per un campionato sportivo che è solo alla prima stagione e ha appena terminato la quinta gara della sua storia, avere questi numeri da un grandissimo vantaggio competitivo che va ad alimentare tutti gli altri canali media, lineari e digitali. Questo è stato un passaggio importante e una strategia vincente.
Dal punto di vista del coinvolgimento del pubblico, abbiamo l’opportunità di coprire tutto l’emisfero e anche diverse generazioni. Abbiamo diverse geografie e fasce di età, questa è una grande opportunità. Facendo lo scan di tutti i segmenti la nostra fanbase è globale ed aperta e accessibile ad ogni tipo di appassionato.
Non vedo rischi nello snaturare la nostra proposizione di valore, ed è proprio questa la ragione per cui i proprietari dei team sono saliti a bordo contribuendo a diffonderla, rinforzandone il messaggio e dandone ulteriore credibilità.