MotoGP, il confronto tra Mugello e Misano: il valore delle due tappe italiane

Si rinnova il dualismo tra le due tappe italiane del motomondiale, che godono di una licenza fino al 2026, e possono contare su numeri importanti e un trend di crescita in vista del rinnovo

Confronto GP Mugello Misano
i gp a tinte azzurre
Francesco Bagnaia e Valentino Rossi, GP Misano (Image credit: Depositphotos)

Una sfida all’ultimo spettatore. Le due tappe italiane del MotoGP sono due pilastri nel calendario della rassegna, avendo regalato momenti iconici agli appassionati delle due ruote.

Il Mugello ha fatto il suo esordio come sede del GP d’Italia nel 1976, e dopo un ventennio che ha visto un’alternanza tra i circuiti fregiati del ruolo di rappresentare il Belpaese, si è insediato come tappa stabile del calendario a partire dal 1994.

Circondato dallo scenico panorama dei colli toscani, il circuito è ritenuto essere tra i più belli sia dal punto di vista paesaggistico ma anche guardando al tracciato, che offre terreno fertile a gare spettacolari ad alto tasso di adrenalina.

L’impianto, pur mantenendo come impiego principale le corse motoristiche, è riuscito a conquistare anche i piloti di Formula 1 quando nel 2020 ha ospitato il Gran Premio della Toscana, coincisa con la millesima gara di Ferrari, proprietaria del circuito.

Al contrario, Misano, dopo aver assunto le veci di Gran Premio d’Italia per la prima volta nel 1980, dopo un decennio in cui è sporadicamente rientrato nelle rotazioni, ha ceduto definitivamente il testimone al Mugello nel 1993, ultima edizione disputata nelle veci di GP dello stivale.

Confronto GP Mugello Misano – Il GP di San Marino

Nel corso degli anni Ottanta Misano ha collezionato anche tre apparizioni come Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini tra il 1985 e il 1987, anni in cui l’Italia ha pregustato un doppio appuntamento in calendario che si è affermato come prassi solo a partire dal 2007, anno in cui il circuito è entrato in pianta stabile nel motomondiale.

Gli anni 2020 e 2021 hanno visto il circuito sdoppiarsi assumendo parallelamente la veste di Gran Premio dell’Emilia-Romagna, arrivando a collezionare in quelle annate due apparizioni aggiuntive per tamponare alle defezioni dovute al Covid.

È arrivato recentemente l’annuncio di Dorna Sport che conferma la reintroduzione del doppio appuntamento per il 2024, con il GP dell’Emilia-Romagna che avvera tra il 20 e il 22 settembre, in sostituzione del GP del Kazakistan, saltato per problemi organizzativi.

Un tracciato ad alto tasso di difficoltà quello intestato al compianto Marco Simoncelli, che vede i piloti cadere con una frequenza molto elevata, per via delle curve lunghe che spesso risultano essere insidiose.

Confronto GP Mugello Misano – Le presenze

Il periodo di magra sembra passato per il GP d’Italia. Era il 2022, e al Mugello erano state registrate solo 74mila presenze nel corso del weekend di gara, numeri deludenti e lontanissimi dai picchi di oltre il doppio raggiunti tra il 2015 e il 2017 quando sfrecciava sulle piste il Dottore.

A togliere le castagne dal fuoco riaccendendo l’entusiasmo del pubblico italiano ci ha pensato Pecco Bagnaia, che con le sue entusiasmanti performance ha significativamente contribuito ai numeri registrati nel 2023, che hanno visto un’affluenza di oltre 135mila appassionati.

Al contrario, Misano ha saputo mantenere un buono stato di salute anche quando la competizione non era così appassionante, con il 2022 in cui aveva quasi doppiato l’altra tappa italiana registrando ben 141mila spettatori.

Il trend di interesse crescente si è manifestato anche nel circuito della riviera adriatica, che nel 2023 ha raggiunto quota 158mila unità, sfiorando il record siglato nel 2018, anno in cui il pubblico era stato di 159mila persone.

Confronto GP Mugello Misano – Il nodo delle licenze

Negli anni di maggiore difficolta sul fronte delle presenze sugli spalti, Dorna aveva espresso delle perplessità circa l’opportunità di mantenere due tappe del MotoGP in Italia, creando di fatto una staffetta tra Mugello e Misano per accaparrarsi il posto, sulla scia della situazione già vista in Formula 1.

Entrambi i circuiti sono forti di un contratto fino al 2026, e nonostante il periodo di maggiore tensione con gli organizzatori sembra essere passato, il direttore del Mugello Paolo Poli non si è sbilanciato circa l’esito delle trattative: «Lavoriamo per mantenere la Motogp anche dopo il 2026, ma entreranno in gioco molti fattori e dovremo valutare tutto con molta attenzione».

L’ulteriore variabile da mettere in conto è l’acquisizione dei diritti del motomondiale da parte di Liberty Media, che di fatto cambia il centro di potere decisionale rispetto agli sviluppi della competizione.

I nuovi proprietari statunitensi daranno sicuramente un impulso verso l’internazionalizzazione, sulla scia di quanto già avvenuto con la Formula 1, e potrebbero guardare verso nuove geografie pronte a soppiantare i grandi classici in calendario a suon di milioni.

Confronto GP Mugello Misano – Il valore delle tappe

In termini economici, Sport e Finanza ha effettuato delle determinazioni quantitative rispetto all’indotto economico delle due tappe della rassegna motoristica.

Guardando a Misano, i ricavi da GP, ovvero l’insieme di beni e servizi commercializzati e consumati all’interno del perimetro dell’autodromo, si arriva ad un totale di 35 milioni di euro, comprendente le voci legate alla vendita dei biglietti, al merchandising e al food&beverage.

Allargando il perimetro dell’analisi, vanno considerate anche le spese effettuate sul territorio nei giorni di permanenza, che coinvolgono il 75% degli spettatori dell’evento, ovvero la quota proveniente da fuori regione.

Le componenti di spesa valutate riguardano i servizi ricettivi, quantificati assumendo un pernottamento medio di tre notti, oltre ai trasporti, la ristorazione e lo shopping, per un totale di poco meno di 95 milioni, che portano l’impatto economico complessivo a circa 130 milioni.

I dati del 2024 parlano di cifre non troppo dissimili per il Mugello, con un importo dei ricavi da GP corrispondente a 36,3 milioni, a cui vanno sommati i 98,6 milioni dei ricavi generati al di fuori dell’autodromo, per un totale che sfiora i 135 milioni di indotto complessivo.

Image credit: Depositphotos

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