GP di Monza: la Formula 1 verso uno spettacolo sostenibile

Formula 1 e sostenibilità, due mondi apparentemente incompatibili che, invece, sono alla ricerca di un terreno comune in cui poter combinare risultati sportivi ed entertainment: il focus sul GP d’Italia.

GP Monza 2023
GP d'Italia e sostenibilità
GP Monza 2023 (Image credit: DPPI/Panoramic/Insidefoto)

Associare la Formula 1, e in generale i motorsport, all’universo della sostenibilità potrebbe sembrare azzardato.

Eppure nemmeno una disciplina in cui si compete con benzina e pistoni può sfuggire al processo di efficientamento che riguarda ormai ogni aspetto della vita quotidiana. Dalla lotta agli sprechi al rispetto di concetti freddi ma indispensabili quali “costi-benefici” e “trade-off”, anche la F1 da qualche anno sta cambiando veste, alla ricerca di uno spettacolo che sia al tempo stesso più appassionante per i tifosi e più sostenibile nel lungo periodo.

Lo sanno bene i tifosi italiani, impazienti di vedere Verstappen, Leclerc e gli altri piloti sfidarsi nel prossimo GP di Monza, in programma il prossimo weekend. Il circuito brianzolo, situato all’interno del Parco di Monza, vive da anni alla ricerca di un delicato equilibrio tra le esigenze di continuità da una parte e la tutela di flora e fauna dall’altra.

E se lo storico circuito negli anni non ha subito variazioni sostanziali, diverse sono state le modifiche apportate a tutto ciò che sta intorno alla pista dell’Autodromo nazionale.

GP di Monza: la sostenibilità cresce a bordo pista

Nei mesi scorsi, Sportium ha presentato il progetto di una nuova tribuna con una capacità di circa 6mila posti, con una copertura sormontata da pannelli solari e con un impianto solare termico in grado di produrre acqua calda sanitaria: in sostanza uno spazio autosufficiente dal punto di vista energetico.

Inoltre, da anni il Parco di Monza ospita e alimenta il “Bosco della velocità”, un’iniziativa tramite cui mettere a dimora nuove piante autoctone per ognuno dei piloti presenti alla gara: un segnale di attenzione alle emissioni di anidride carbonica prodotte dalle macchine in corsa, così da rendere le competizioni automobilistiche un’occasione per prendersi cura del patrimonio ambientale.

Il tema della sostenibilità è sempre presente nell’agenda del circus della Formula 1, e le modifiche a motori e regolamenti previste per il 2026 lo confermano: le nuove regole porteranno ad un aumento della potenza derivante dalla parte elettrica del propulsore, ma associare in automatico sostenibilità con alimentazione non a benzina in questo caso sarebbe semplicistico, oltre che fuorviante.

Le novità previste per il 2026 sono frutto di decisioni prese nel recente passato, e volte ancora una volta a mantenere il giusto equilibrio tra potenza a disposizione dei piloti e sostenibilità – economica e ambientale – degli assetti in pista.

La compresenza di alimentazione a benzina ed elettrica può però portare a situazioni in cui il motore, per recuperare energia ed alimentare la parte elettrica, raggiunge un numero di giri più alto di quello necessario per il tratto di pista percorso: l’esempio classico è la famosa Loews di Montecarlo, la curva più lenta dell’intera Formula 1, in cui gli alti giri del motore non servono a far correre più veloce la macchina, bensì a produrre energia destinata alla parte elettrica.

Inoltre, da parte di piloti e ingegneri di pista, l’esigenza di avere macchine più leggere – e quindi veloci – è sempre più pressante. E la principale indiziata è proprio la power unit, soprattutto la batteria.

GP di Monza: dopo il 2026, la vision è al 2030 con benzina e-fuel

Non sono pochi, all’interno dei motorsport, a intravedere un nuovo cambio di approccio dal 2030 in avanti, che possa superare il concetto di ibrido e privilegiare la sola alimentazione con carburante e-fuel. È lo stesso Stefano Dominicali, ceo di Formula One Group, a disegnare un simile scenario: «La mia opinione personale è che sarebbe sufficiente utilizzare un carburante a emissioni climalteranti neutre».

Una benzina di questo tipo permetterebbe di rinunciare alla parte elettrica e soddisfare le esigenze di maggior velocità richieste dagli addetti ai lavori, salvaguardando la carbon footprint.

L’ex team principal di Scuderia Ferrari ha aggiunto: «Posso immaginare che, con i prossimi regolamenti, potremmo limitarci ad avere un carburante sostenibile. Se saremo in grado di dimostrare che con esso produciamo zero emissioni, potremo concentrarci su altri importanti aspetti della sostenibilità».

In un mondo, come quello della velocità, in cui innovazione ed efficienza vanno a braccetto, è facile immaginare che le innovazioni previste per il 2026 saranno, ancora una volta, una tappa intermedia in attesa della prossima novità.