Il mondo del basket saluta per sempre un altro Bryant: si è spento infatti a 69 anni Joe, padre del celebre Kobe, scomparso in un incidente nel 2020.
Joe, detto anche “Jellybean”, non aveva un talento fulgido come quello del figlio ma è stato comunque un big player in almeno due continenti. Dopo l’esordio nel 1975, scelto nel draft dai Golden State Warriors, milita per qualche anno nella sua città, Philadelphia, prima di chiudere l’esperienza in NBA tra San Diego – al tempo città dei Clippers – e Houston Rockets.
Ma è proprio in Italia dove Joe vive la sua seconda vita sportiva, giocando per 7 stagioni nel nostro campionato.
Addio Joe Bryant – gli anni italiani
Scelto dalla Sebastianini Rieti nel 1984 vi rimase per due stagioni per poi passare alla Viola Reggio Calabria, dove si fermò un solo anno ma realizzò il suo record personale di 69 punti in una sola gara.
Nel 1985, durante quelli che erano noti come gli All Star Game Italiani (organizzati dalla Lega Basket fino al 2006) si aggiudicò in entrambe le edizioni dell’anno il titolo di MVP: unico – insieme a Michael Ray Richardson – ad aver vinto più di una volta il titolo di miglior giocatore.
Sono anni di formazione anche per il piccolo Kobe, che in Italia trascorse dai 6 ai 13 anni, militando anche nelle giovanili della Pallacanestro Reggiana, con la quale il padre Joe disputo gli ultimi due campionati nella massima serie italiana.
Addio Joe Bryant – l’esperienza in panchina
Dopo il ritiro dal basket giocato, Joe Bryant diversifica le sue esperienze anche in panchina, guidando per due anni le Los Angeles Sparks nella WNBA prima di passare nella ASEAN Basketball League allenando in Thailandia.
Nel 2009 sarebbe dovuto tornare in Italia, alla guida proprio di quella Sebastianini Rieti che aveva decretato il suo esordio nel nostro Paese ma a seguito del trasferimento della società a Napoli, l’accordo si risolse con un nulla di fatto.
Secondo quanto riportano le agenzie internazionali è stato fatale un infarto, anche a seguito di un ictus che l’aveva colpito tempo fa e del quale non si è mai del tutto ripreso.
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