Fra i tanti aspetti in cui le discipline sportive e la società italiana possono crescere c’è senz’altro la questione che abbiamo imparato a conoscere come gender gap.
Storia, abitudini, scarsa propensione al cambiamento rendono ancora oggi difficile per l’universo femminile l’accesso ad alcuni percorsi, che siano scolastici, lavorativi o perfino sportivi.
La pallavolo è una realtà a sé stante, probabilmente l’unico sport di squadra in Italia in cui la componente femminile è così predominante sul totale di soggetti tesserati.
L’ultimo dato Fipav, la Federazione Italiana Pallavolo, parla di oltre 350.000 tesserati, con una percentuale femminile superiore al 75%: per ogni ragazzo affiliato alla federazione, ci sono tre ragazze che fanno altrettanto.
Accanto ai ripetuti successi delle squadre maschili – dalla Generazione di Fenomeni degli anni ’90 fino agli ultimi exploit della Nazionale di Fefè De Giorgi – anche il mondo femminile ha regalato gioie sia a livello di Club che con le squadre nazionali, dal Mondiale del 2002 fino ai recenti successi nei Campionati Europei e in Nations League. Ultimo obiettivo che accomuna le due compagini azzurre in ordine di tempo è la recente qualificazione alle prossime Olimpiadi di Parigi.
Come in ogni disciplina sportiva, la presenza di stelle o squadre vincenti aumenta l’interesse generale e porta a un positivo effetto di emulazione, con vantaggi che si estendono a tutto il movimento. L’esempio più recente è quello di Paola Egonu, la cui carriera attira l’attenzione di molte giovanissime, vogliose di mettersi alla prova e sognare grandi vittorie.
La visibilità di certi personaggi porta con sé una responsabilità da cui è difficile sottrarsi. Che si voglia o no, il successo espone il campione a una platea sconfinata di tifosi, semplici appassionati e – non da ultimi – schiere di followers prontissimi a commentare e interagire con la star di turno.
Una federazione lungimirante è quella che riesce a sfruttare a proprio vantaggio la popolarità dei suoi atleti per lanciare iniziative che promuovano il proprio sport e, più in generale, il rispetto di determinati valori.
Federvolley neomamme: il progetto “La maternità è di tutti”
“La maternità è di tutti” l’iniziativa promossa da Federvolley, si muove in questa direzione, e ha come beneficiarie proprio le atlete tesserate: una scelta coerente da parte di un organo che vuole rendere la propria disciplina accessibile e praticabile. In una parola: sostenibile.
Dal 2022 infatti, al contributo di maternità erogato dallo Stato a favore di atlete neomamme, si aggiunge un ulteriore assegno versato direttamente dalla Federazione Italiana Pallavolo.
Per 10 mesi, ministero e Federazione offrono un aiuto economico che permette alle tesserate di gestire con maggior serenità un periodo delicato, che porta con sé inevitabili cambiamenti.
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Una misura economica, quindi, ma ancor di più un messaggio sociale che in altri campi ancora fatica a trovare spazio. Tante, troppe volte diventare madri porta, accanto allo scombussolamento dell’essere creatrice di una nuova vita, anche difficoltà nel reinserimento nel mondo lavorativo, in una perenne ricerca di equilibrio tra esigenze familiari e professionali.
Federvolley neomamme: quando la sostenibilità è sociale
Sostenibilità non vuol dire solo avere una gestione efficiente del ciclo dei rifiuti generati dal pubblico di un palazzetto, o collaborare con associazioni che aiutano i bisognosi. Si comincia a essere sostenibili in “casa propria”, garantendo alle proprie squadre la possibilità di esprimersi al meglio.
L’impegno federale verso le proprie tesserate, lungi dall’essere la soluzione a tutti i problemi, è però un tassello importante, un messaggio con un duplice obiettivo: in prima istanza tutelare le atlete e dare un aiuto concreto nei primi mesi di una nuova fase della loro vita. Più in generale, mostrare coerenza con i valori da trasmettere all’esterno.
La credibilità e il peso specifico di certi messaggi si iniziano a misurare alla fonte. Una Federazione che tutela innanzitutto le proprie atlete ha maggiore autorevolezza quando poi si rivolge all’esterno.
La sostenibilità comincia a casa: un modo per dire ai propri tifosi “si può fare”.