Il legame tra sport e sostenibilità è sempre più diffuso a tutti i livelli, dalle eccellenze note a livello globale fino ai campi sportivi di periferia.
Lo abbiamo affermato con convinzione nella puntata introduttiva di questo racconto con l’obiettivo e l’impegno di andare a dare sostanza appuntamento dopo appuntamento nel corso delle prossime settimane.
La prima tappa di questo percorso passa inevitabilmente dal calcio. Non solo lo sport più praticato e seguito in Italia, ma anche quello con il maggior peso specifico: la visibilità di cui gode ha come contropartita un’enorme responsabilità in capo a giocatori e squadre.
Lega Serie A ha da anni un team dedicato a tutte le attività di CSR (acronimo di Corporate Social Responsibility, in questo caso personalizzato in Calcio Social Responsibility) e dalla stagione 2023/2024 il campionato italiano è stato scelto da UEFA quale progetto pilota finalizzato alla definizione di una chiara strategia di sostenibilità.
Le attività abbracciano 11 dei 17 Goals dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, con interventi che spaziano dalla risposta a eventi emergenziali al sostegno a campagne di sensibilizzazione.
Come emerge dal Report pubblicato da Lega Serie A nel 2023, per ognuna delle attività considerate sono stati coinvolti una pluralità di soggetti che contribuiscono alla loro realizzazione: il personale interno alla Lega, i club di Serie A, le infrastrutture che ospitano le partite e i partner che concorrono all’organizzazione degli eventi.
L’intesa tra UEFA e Serie A si è posta, tra gli altri, l’obiettivo di portare ogni società ad avere al proprio interno una figura dedicata alle tematiche di CSR: un primo passo necessario alla creazione di una rete di soggetti in grado di dialogare con Lega Serie A in un continuo confronto mirato a far crescere l’intero sistema calcio.
L’individuazione di un riferimento diretto in ognuna delle 20 squadre del nostro massimo campionato facilita il lavoro della Lega, che ha ora interlocutori qualificati con cui finalizzare le migliori iniziative in ambito di CSR.
In un mondo, come quello del calcio, che da sempre ha difficoltà a giocare di squadra, la sostenibilità sembra invece essere un terreno ideale per il cambiamento. Lo stimolo a migliorarsi e la ricerca del risultato per una volta non hanno come effetto collaterale la sconfitta dell’avversario: in questo scenario, il ruolo della Lega Serie A è quello di coinvolgere tutti i 20 club della massima serie nell’appoggiare le iniziative che fanno da contrappunto alle gare ufficiali nel corso della stagione.
Tra gli ambiti interessati dal lavoro di Lega Serie A, quello della sostenibilità degli eventi è uno dei più importanti. La Finale di Coppa Italia giocata nel maggio scorso all’Olimpico di Roma è stata la prima partita organizzata in Italia in accordo con il progetto “Road to Zero”.
Un insieme di soggetti istituzionali hanno contribuito alla definizione e all’implementazione di procedure e protocolli mirati alla sostenibilità dell’evento, riducendo dove possibile le emissioni generate e attuando altrimenti politiche di compensazione (il cosiddetto “carbon offset”).
Tra questi, UEFA ha recentemente pubblicato il primo sistema di misurazione delle emissioni legate ad un evento sportivo. Un lavoro che ha l’ambizione di diventare uno standard da adottare a livello globale.
La metodologia utilizzata analizza quattro diversi aspetti:
- La mobilità, e cioè il modo in cui squadre, addetti ai lavori e pubblico raggiungono il luogo dell’evento;
- L’impianto che ospita l’evento, e quindi la sua efficienza energetica e la capacità di avere fonti di energia interne (pannelli solari, sistemi di riutilizzo dell’acqua piovana);
- I prodotti che possono essere acquistati durante l’evento (dal cibo al merchandising);
- La logistica, e quindi il modo in cui beni e servizi sono trasportati prima e dopo l’evento.
Sport e Sostenibilità: ecco perché il connubio sarà sempre più forte
La pluralità dei soggetti coinvolti nella creazione di un evento sportivo rende di cruciale importanza un’organizzazione snella ed efficiente, in modo da evitare sprechi e attività ridondanti. Altrettanto fondamentale una corretta misurazione di tutti gli elementi considerati, con una duplice finalità: da un lato, dare una fotografia iniziale del contesto in cui si opera e, dall’altro, tenere traccia dei cambiamenti di volta in volta implementati e gli effetti generati sul prodotto finale.
Sono tematiche relativamente nuove, soprattutto per lo sport, e la creazione di uno standard a cui si possa fare riferimento contribuisce ad accelerare la comprensione dei temi e approfondire la conoscenza dei problemi.
Se gli ultimi anni hanno visto il calcio italiano muovere i primi e promettenti passi sulla strada della sostenibilità, la stagione alle porte sarà l’ideale proseguimento di questo percorso.
Venti club di Serie A con uffici dedicati alle tematiche di CSR il calcio italiano pronto a popolare le giornate di Campionato e Coppa con iniziative legate a 11 dei 17 Goals dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. A fare da cornice, i Campionati Europei di Germania e un sistema di misurazione di emissioni pronto a verificarne la sostenibilità.