Giochi online: il decreto di riordino può riaprire la via alle sponsorizzazioni sportive

Il decreto di riordino dei giochi online, recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri potrebbe riaprire alla possibilità di promozione degli operatori in ambito sportivo.

Palazzo Chigi
L'approvazione in CdM
Palazzo Chigi (credit image: depositphotos)

Il semaforo verde del Consiglio dei ministri al decreto di riordino del gioco online, mette in discussione l’impianto normativo del decreto Dignità e apre nuovi scenari. In particolare è sul fronte della sponsorizzazione – soprattutto in ambito sportivo – che potrebbero esserci sostanziali variazioni rispetto alla situazione attuale.

Andando con ordine, con l’introduzione del decreto Dignità nel 2018, voluto fortemente dal Movimento 5 Stelle, è stata di fatto proibita ogni forma di promozione diretta da parte degli operatori del gioco legale.

Secondo quanto riporta Italia Oggi, nel testo del decreto, spunta nuovamente fuori dopo oltre 5 anni la parola “pubblicità”.
Si tratterebbe di investimenti che il concessionario di gioco può destinare a campagne informative, ossia comunicazione responsabile, con il tetto massimo fissato allo 0,2% dei ricavi netti e in ogni caso non superiore al milione di euro.

Non esattamente un viatico per riportare la sponsorizzazione diretta nel mondo dello sport da parte degli operatori di betting, ma comunque uno “spiraglio”, assente nell’impianto normativo attuale.

L’obiettivo del legislatore resta quello di permettere la diffusione dei messaggi “ai soli fini sociali”, realizzando quindi campagne e comunicazioni finalizzate al gioco responsabile, a contrastare la ludopatia e, più in generale, a tutelare i giocatori.

Seguendo questi principi guida sarebbe tuttavia possibile diffondere i messaggi di cui sopra con i loghi o i brand dei concessionari.

Nulla a che vedere quindi con le forme di pubblicità possibili prima dell’introduzione del decreto Dignità – che sebbene contestate da più fronti garantivano un giro d’affari ai soli club di calcio di oltre 150 milioni di euro annui – ma si tratta comunque di un’apertura da parte del governo.

Decreto riordino giochi online: apertura alla comunicazione responsabile

Quel che pare certo è che, con l’approvazione di questo decreto, il consiglio dei Ministri abbia voluto ritornare su una questione che il decreto Dignità ha in qualche modo cristallizzato ma non affrontato a pieno.

Se da una parte il contrasto alla ludopatia – il cui fenomeno si conferma allarmante con oltre 1,5 milioni di giocatori cronici in Italia secondo l’Istituto Superiore di Sanità – è un obiettivo che ogni legislatore deve riproporsi, non si può neanche non considerare il peso del betting a livello economico.

La raccolta complessiva in Italia per le scommesse sportive è stata, lo scorso anno, pari a 18,7 miliardi di euro, di cui 13,1 miliardi giocati sul calcio. Numeri che hanno spinto la FIGC a richiedere che una parte del monte scommesse da destinare al sistema calcio – idea parzialmente sostenuta dal ministro per lo Sport, Andrea Abodi mentre, l’opposizione di governo aveva invece richiesto che gli extra proventi fossero da destinare al finanziamento dello sport di base.

Decreto riordino giochi online: il modello UK e USA

Ad oggi non è chiaro quale strada si intenda intraprendere, né quale modello seguire. La Premier League inglese, ad esempio, vede ancora la sponsorizzazione diretta, con il 45% dei club che militano nella massima serie con un main sponsor legato al betting. Ma dalla stagione 2025/26 i concessionari di gioco non potranno più ricoprire il ruolo top in termini di sponsorship e il loro peso – in generale – sarà ridimensionato.

Per contro, negli USA, le restrizioni federali sulle scommesse sportive hanno cessato di esistere nel 2018 e questo ha permesso a squadre se non addirittura le leghe in toto, di concludere accordi miliardari per diritti sui dati e sponsorizzazioni con le società di scommesse, beneficiando anche di una maggiore partecipazione dei fan.

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