Gandini a Radio Serie A: «I premi intitolati ai campioni? Sono la storia del basket italiano»

Il presidente LBA si racconta, partendo dalla nomina nel 2020 fino ai titoli di fine stagione Meneghin, Riva e Gamba. «È giusto che sappiano quanto sono stati importanti», ha evidenziato Gandini.

Umberto Gandini, Presidente LBA
PAROLA AL PRESIDENTE
Umberto Gandini, Presidente LBA (Image credit: LBA)

«Non ero uno che arrivava da Marte come qualcuno scrisse, non avevo mai lavorato nel basket, ma per chi ha vissuto a Varese negli anni ’60 e ‘70 la pallacanestro è stata un marchio di fabbrica». Forse il basket era davvero nel destino di Umberto Gandini, nato nella provincia lombarda nel 1960.

Il presidente della Lega Basket Serie A (LBA) si racconta a Radio Serie A, partendo dal suo primo contatto con la pallacanestro fino ad arrivare ai giorni nostri. Una carriera vissuta nel mondo dello sport, specialmente nel calcio con le esperienze nel Milan e nella Roma, che hanno portato Gandini a essere uno dei dirigenti più apprezzati del panorama sportivo nazionale.

Gandini Radio Serie A – La nomina da presidente e lo scoppio della pandemia

Una situazione di stallo successiva al mondo del pallone, da cui voleva necessariamente rilanciarsi. «Il mio rapporto con il basket è nato a fine 2019, ero a conclusione del mio contratto con la Roma. Avevo avuto un anno sabbatico, ero stato lungamente in contatto con il Milan, mi guardavo in giro e non vedevo l’ora di rimettermi in gioco. Ricevetti una telefonata da Luca Baraldi, amministratore delegato della Virtus Segafredo Bologna, mi chiese se fossi interessato al fatto che la Lega Basket Serie A stava cercando un nuovo presidente. Lì ho avuto altri contatti e la cosa è decollata, era un’esperienza stimolante per una lega che era in crescita, ma che viveva un momento politicamente complesso». Infatti, il 26 febbraio 2020 viene nominato presidente LBA, poco prima dello scoppio della pandemia: il Covid-19 si diffonde e stravolge l’intero settore sportivo italiano.

Un periodo di certo complicato, con varie sfide che Gandini ha dovuto affrontare in prima persona. Un inizio di avventura nel mondo del basket che, lo stesso presidente LBA, ammette esser stato «più difficile di quanto credessi. Noi abbiamo chiuso un campionato per impossibilità di proseguire, giocare in assenza di ricavi sarebbe stato impossibile per le squadre: i costi aumentavano per i controlli e noi non avevamo la flessibilità del calcio, è stato difficile ripartire. Abbiamo avuto una stagione a porte chiuse, una a porte aperte a singhiozzo: è stato difficile, ma formativo, perché mi sono trovato ad avere a che fare con il pubblico, inteso come politica, come governo, tra ministri, sottosegretari e decreti», ha raccontato Gandini.

Gandini Radio Serie A – L’idea dei premi Meneghin, Riva e Gamba

Al quarto anno di presidenza i risultati sono arrivati, con un seguito in crescita e le prestazioni in Eurolega che vanno di pari passo. Le Final Eight 2024 appena concluse a Torino hanno dato ancora più forza alla LBA, grazie al record di spettatori e ai positivi riscontri tv e social.

Tra le iniziative condotte in prima persona dall’Assemblea LBA, su consiglio dello stesso Gandini, la nomina di tre premi intitolati a tre grandi protagonisti della pallacanestro italiana: Dino Meneghin, Antonello Riva e Sandro Gamba. Rispettivamente MVP, Top Scorer e Coach of the Year. «L’idea è nata guardando la storia della pallacanestro italiana, la scelta più semplice è stata quella di Antonello Riva, che vanta un ammontare di punti inarrivabile per chiunque. Le altre due scelte, quelle di Sandro Gamba e Dino Meneghin, sono arrivate perché a me piace l’idea di celebrare chi è in vita e chi ha dato tanto a un movimento», ha rivelato il presidente LBA.

Una scelta quasi scontata per lo stesso Gandini, che commenta la reazione dei tre campioni quando sono stati informati della proposta. «Come l’hanno presa? Sandro con facilità, Dino è rimasto perplesso, mi disse: “Ma come, i premi si danno a chi è scomparso”, gli risposi che volevamo celebrare chi è in vita perché è giusto che sappiano quanto sono stati importanti».

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