Milano-Cortina, Malagò: «Masterplan unico nella storia. Tocca a Simico rispettare i tempi».

A seguito della tre giorni di incontri con il CIO, il presidente del CONI fa il punto su Milano Cortina e sullo Sliding Center. «Il nostro masterplan unico nella storia: il 93% degli impianti è già esistente», ha evidenziato Malagò.

Giovanni Malagò, Presidente CONI
Meeting CIO
Giovanni Malagò, Presidente CONI (Andrea Staccioli / Insidefoto)

Una Olimpiade invernale d’eccezione, dove la territorialità e competenza italiana sarà il plus della manifestazione. Questi i driver principali dell’intervento di Giovanni Malagò, presidente del CONI, durante la conferenza stampa congiunta con il CIO. Presenti esponenti della Commissione CIO (su tutti la Presidente Kristine Kostler), Fondazione Milano Cortina 2026 (con l’ad Andrea Varnier) e il governatore del Veneto, Luca Zaia.

L’occasione è la tre giorni di meeting con la IOC Coordination Commission: a circa 1705 giorni dall’assegnazione all’Italia dell’evento, nei cinque appuntamenti, si sono tirate le somme dell’organizzazione per l’evento olimpico e paralimpico. Dal Palazzo Grandi Stazioni di Venezia arrivano dichiarazioni ottimistiche e spunti interessanti per i prossimi sviluppi futuri.

Argomento d’attualità e di dibattito lo Sliding Center di Cortina, il cui cantiere è stato aperto lo scorso 20 febbraio. Il piano A per la pista da bob, skeleton e slittino ha, ancora una volta, monopolizzato l’attenzione della stampa: la credibilità di Milano Cortina passerà, anche, dalla costruzione dell’impianto nella località veneta.

Meeting CIO Malagò – Il masterplan unico dell’Italia

Il messaggio forte, mandato dal presidente del Comitato Organizzatore dei Giochi, è il seguente: sarà un Olimpiade unica, un evento basato sui territori. Un’edizione dei Giochi invernali 2026 che si svilupperà su quattro cluster: Milano, Cortina, Valtellina e Val di Fiemme (con Verona, esclusivamente, sede cerimoniale).

Milano Cortina 2026 ha un masterplan unico, mai visto nella storia dei Giochi olimpici. «By far, siamo la candidatura olimpica con maggiore incidenza di impianti già esistenti, pari al 93%. Non ci sono stati e non ci saranno mai nella storia masterplan del genere», ha dichiarato Malagò.

«Sembrava impossibile portare a termine una candidatura con una sola opera da costruire, ma ce l’abbiamo fatta. In tutti gli altri eventi olimpici vengono costruite un gran numero di impianti», ha precisato il presidente del CONI. L’opera a cui si fa riferimento è lo Sliding Center di Cortina, una pista che a marzo 2025 dovrà superare i test previsti per ospitare le gare “di scivolamento”.

Meeting CIO Malagò – Ora tocca a Simico

Il Comitato Milano Cortina ha il compito di organizzare i Giochi, non costruire gli impianti. Malagò è preciso sul tema, lasciando la responsabilità sulla realizzazione delle venues alla Società Infrastrutture Milano Cortina (Simico). L’azienda ha preso in carico la costruzione dello Sliding Center, con tempistiche molto stringenti ma che non preoccupano il presidente del CONI.

«Abbiamo una serie di cantieri aperti, che sono in costruzione, e opere per cui si stanno mettendo adesso i primi mattoni. Vero che c’è una tempistica stretta ma non è novità nel nostro Paese. Alla Ryder Cup, fino alla notte prima dell’evento, si è lavorato per la viabilità: lì per 60mila persone, per Cortina se ne stimano 8-9mila», ha precisato Malagò.

Ottimismo nello sviluppo dei lavori, verso una Olimpiade invernale in Italia che arriverà alla terza edizione, dopo i precedenti di Torino 2006 e, prima, della stessa Cortina nel 1956. «Abbiamo due anni davanti, la prua è nella giusta direzione. Monitoreremo cosa farà Simico, non abbiamo responsabilità nella costruzione degli impianti: non costruiamo cespiti, noi organizziamo l’evento», ha sentenziato il presidente del CONI.

Altra unicità di Milano-Cortina risiede nelle sedi dove si svolgeranno le cerimonie di apertura e chiusura dei Giochi. Due impianti di grande storia, con primati di tutto rispetto: si tratta di San Siro, dove si terrà il cerimoniale di inizio Giochi Olimpici invernali, e dell’Arena di Verona, che ospiterà la partenza dei Giochi Paralimpici 2026.

L’impianto milanese, il cui destino è ancora un rebus, rappresenta lo stadio europeo con più alta capienza, pari a circa 80mila persone (tralasciando interventi di manutenzione). D’altro canto, la struttura veneta rappresenta l’anfiteatro più antico per contenere un evento di entertainment.

Malagò ha sottolineato la straordinarietà di questi due impianti, elogiando l’operato del Governo in merito: «La politica ha fatto la sua parte, inserendo fondi nel DPCM. Subito Luca Pancalli – presidente del CIP – ha segnalato una serie di problematiche per le persone con disabilità che saranno presenti all’evento, sia in campo che sugli spalti. Sarà una legacy formidabile per Verona. La legge è stata fatta e i fondi ci sono: ora tocca a Simico agire», ha concluso.