La corsa per ospitare le gare di bob, slittino e skeleton alle Olimpiadi Invernali del 2026 è entrata nella fase decisiva, con Cortina e Cesana Torinese in una competizione serrata per ottenere l’ambito diritto di organizzare questi eventi. Con uno sprint di due settimane per trovare un costruttore e una volata di 685 giorni per consegnare l’impianto chiavi in mano, il percorso è pieno di sfide e ostacoli.
Il bando e la sfida di “Cortina 2 Light”.
La società Infrastrutture Milano-Cortina ha lanciato il bando per il rifacimento della vecchia pista Eugenio Monti di Cortina, con la conclusione dei lavori prevista per il 3 dicembre 2025. La procedura accelerata urgente concessa dal ministero delle Infrastrutture, grazie al decreto legge 36/2023, evidenzia l’urgenza di questo progetto. Il capitolato di “Cortina 2 Light,” fortemente voluto da Matteo Salvini e dal governatore del Veneto Luca Zaia, mira a ridurre i costi, semplificando il layout funzionale, tagliando strutture accessorie e individuando nuove soluzioni progettuali. L’obiettivo è ridurre l’investimento complessivo da 140 a 81 milioni di euro.
La sfida politica tra Cortina e Cesana Torinese
La competizione tra Cortina e Cesana Torinese non è solo tecnica ma anche politica. Mentre Cortina si impegna nella ristrutturazione dell’impianto esistente, Cesana Torinese punta a rifare la pista dei Giochi 2006 in soli 365 giorni e con un budget di 33 milioni di euro. La decisione del CIO sarà determinante, ma entrambe le sedi italiane sono pronte a lottare per ottenere il privilegio di ospitare le gare.
Le possibili sedi alternative
Il Veneto, sebbene disposto a cedere le gare all’estero in cambio di compensazioni, troverebbe difficile accettare una sede piemontese, avvantaggiata dai costi ridotti. La possibilità di trasferire le gare a Saint Moritz, in Svizzera, è sul tavolo, ma la sfida resta aperta, con la politica che gioca un ruolo cruciale nel determinare l’esito finale.