Banca Ifis: lo sport giovanile in Italia vale 30 miliardi di euro

La pratica sportiva giovanile è un volano per l’economia e la società italiana ma anche un investimento sul benessere delle nuove generazioni. L’analisi dell’Osservatorio sullo Sport System.

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I giovani e lo sport
(Foto: it.depositphotos.com)

I punti chiave:

Una risorsa economica e sociale ma anche un investimento sul benessere delle nuove generazioni nonché sul branding dell’Italia dello sport nel mondo. Lo sport giovanile riunisce tutti questi fattori e porta con sé effetti positivi sul Sistema Paese nel suo complesso: basti pensare alle ricadute economiche dirette quantificabili nell’1% del PIL italiano e traducibili in quasi 30 miliardi di euro di ricavi annui che producono valore e immettono benefici a più livelli della filiera dello Sport System italiano. Questi i principali item dell’ultimo aggiornamento dell’Ufficio Studi di Banca Ifis, nella cornice dell’Osservatorio sullo Sport System Italiano, dedicato al valore dello sport giovanile.

Quanto vale lo sport giovanile in Italia

Lo sport giovanile nella filiera dello Sport System

Nell’articolato ecosistema dello sport italiano il comparto dello sport giovanile, che coinvolge 7,5 milioni di ragazzi tra i 3 e i 19 anni, può vantare un peso specifico non indifferente, pari al 31% del valore dell’intero Sport System, permettendo inoltre, grazie alla sua specificità, una ramificazione della distribuzione di valore che abbraccia tutti i principali indicatori del sistema.

Le aziende a monte, in particolare i produttori di abbigliamento e attrezzature sportive, rappresentano una prima componente che dà la misura del controvalore economico che hanno i giovani sportivi: con una spesa media di 300 euro l’anno pro capite il valore delle aziende produttrici di abbigliamento e attrezzatura si misura in 2,1 miliardi di euro dei quali 350 milioni sono invece imputabili alla produzione di biciclette da corsa per gli under 20.

Ma è sulle società core, intese come società sportive e di gestione degli impianti, che lo sport praticato dai giovani dà il contributo di maggior peso. Dei 46,4 miliardi di euro di ricavi annui generati da queste realtà lo sport giovanile è direttamente responsabile del 54% pari a revenue per 25,2 miliardi di euro. All’interno di questo perimetro è interessante analizzare come i giovani rappresentino inoltre la spina dorsale delle oltre 65.000 società sportive affiliate a FSN e DSA: gli oltre 2,4 milioni di iscritti, con una spesa media per costi di iscrizione pari a 580 euro, generano ricavi per 1,4 miliardi di euro.

Anche le aziende a valle della filiera, ossia i media sportivi e in particolare i broadcaster, beneficiano seppur in maniera minore, dell’interesse dei giovani per le cronache sportive nell’ordine di 200 milioni di euro di ricavi, imputabili al pubblico under 20, che rappresenta uno share dell’1% sui 2,5 miliardi di euro di ricavi totali.

Il valore sociale dello sport: un investimento a lungo termine

Ultima ma forse ancor più importante per i suoi riflessi ad ampio raggio, la voce delle esternalità positive, ovvero il peso sociale del comparto che produce 2,4 miliardi di euro l’anno con un’incidenza del 8% sulle esternalità positive totali. La pratica sportiva trasmette infatti un sistema di valori che diviene argine di spessore contro lo spettro della criminalità e dell’inattività rappresentata dai NEET; ma genera anche un risparmio prodotto dal volontariato ed è un veicolo per la riduzione della spesa sanitaria tramite i comportamenti salutari impliciti nello sport.

Sotto la voce delle esternalità positive spicca la componente delle performance sportive: è cosa risaputa che il successo sportivo genera un effetto trascinamento che determina benefici a cascata e si traduce, tra i tanti elementi, in un aumento della pratica sportiva.

Ma cosa avviene quando è un atleta di giovane età a portare a casa un risultato di rilievo nelle competizioni di alto livello?

Successo sportivo: quando a vincere sono i giovani atleti

L’effetto domino diventa esponenziale, complice la visibilità dell’atleta sui social media e il “fattore – vicinanza” in termini anagrafici, che i ragazzi possono percepire con i beniamini sportivi. Numeri alla mano, il tennista classe 2001Jannik Sinner dopo la vittoria delle Atp Finals Next Gen nel novembre 2020 ha visto passare i suoi follower su Instagram da 12 mila a 100 mila con un boost dovuto alla vittoria sportiva del 733%. O ancora, la giovanissima nuotatrice Benedeta Pilato, capace di vincere l’argento ai mondiali di nuoto del 2019 a soli 14 anni, ha visto grazie a questo successo crescere la sua fanbase del 380% passando da 10 mila a 48 mila follower.

L'impatto dei successi sportivi sulla fanbase Instagram degli atleti

Un fattore che si declina in tutte le discipline sportive: il talento della pallacanestro Gabriele Procida, classe 2003, selezionato al draft NBA del 2022 dai Detroit Pistons ha visto i suoi follower balzare da 13 mila a 43 mila, in rialzo del 231% mentre la figlia d’arte Larissa Iapichino, quando ha eguagliato il record della madre Fiona May nel salto in lungo ha quasi raddoppiato la sua community su Instagram, da 32 a 62 mila follower.

L’impennata della fanbase social dei talenti sportivi italiani non comporta solo una maggiore visibilità per gli atleti in questione ma diventa un incentivo lampante per le nuove generazioni a intraprendere lo sport: grazie ai successi sportivi i tesserati under 20 sono infatti aumentati, nell’ultimo decennio, dell’0,5%: percentuale che assume un valore ben più alto se si considera la decrescita della fascia di popolazione giovanile stimabile in un triste declino in media dell’1% su base annua e che sta contribuendo al cosiddetto “inverno demografico” del nostro Paese.

Sport e famiglie: il connubio da coltivare

Nonostante la popolazione italiana veda assottigliarsi la sua componente giovanile, non viene meno la passione per la pratica sportiva, trasmessa anche grazie al contesto familiare. Lo sport tra gli under 20 è diffuso proprio grazie agli insegnamenti delle figure di riferimento: nel 79% delle famiglie, i figli tra i 10 e i 19 anni, sono coinvolti nella pratica di uno sport; nel 64% dei casi si sceglie una disciplina precisa, dal calcio al nuoto, passando per la pallavolo o le arti marziali mentre, nel restante 15% lo sport si declina in palestra o facendo running in autonomia.

Il valore dello sport nelle nuove generazioni è quindi riconosciuto trasversalmente dalle famiglie italiane: questo per l’insieme di benefici che si sommano gli uni con gli altri: dal benessere psicofisico alla socializzazione, sino all’impianto di valori – la sportività, lo spirito di squadra, la determinazione e l’impegno – che la pratica regolare di una disciplina sportiva produce nei giovani.

L’avvicinamento dei ragazzi alla pratica sportiva, come già avviene in ambito familiare, è un connubio da coltivare a tutti i livelli della società, un imperativo da perseguire per contribuire al benessere, sia in termini di salute sia in termini sociali e valoriali, delle nuove generazioni e quindi del futuro del Paese.