Nonostante sia senza portafoglio, il nuovo ministero dello Sport affidato alle cure di Andrea Abodi dovrà gestire dossier che valgono decine di miliardi di euro, tra impatto diretto e indotto. Lo ricorda Il Sole 24 Ore, spiegando che il tavolo dell’ormai ex presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo è già pieno di fascicoli.
L’impegno più impellente è la nomina dell’amministratore delegato della Fondazione Milano-Cortina, carica alla quale proprio Abodi sembrava destinato. I Giochi olimpici del 2026 sembrano lontani, ma si stanno accumulando ritardi su diverse questioni e la neo presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente del Coni Giovanni Malagò hanno assicurato al presidente del Cio Thomas Bach la repentina risoluzione dei problemi.
Guardando solamente a Milano, vanno accelerati i lavori per il Villaggio Olimpico allo Scalo Romana, il PalaItalia a Santa Giulia e il PalaSharp a Lampugnano, finanziati anche con risorse dei privati. A proposito di Pnrr, il ministero dello Sport avrà voce in capitolo per tutti i progetti di riqualificazione dell’impiantistica sportiva da realizzare nei prossimi anni. E qui l’esperienza di Abodi con le tante opere che hanno coinvolto l’Ics sarà sicuramente utile.
Tra le opere ci saranno anche gli stadi della Serie A. Gravina è ben contento di avere un alleato di peso nel Consiglio dei ministri in favore della candidatura dell’Italia all’Europeo del 2032. Entro il prossimo 16 novembre il Governo dovrà manifestare alla UEFA il proprio endorsement al progetto che vede l’Italia in lizza con la Turchia (nella prossima primavera poi dovranno essere fornite le garanzie giuridiche ed economiche prima della consegna definitiva del dossier).
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Organizzare un grande evento come l’Europeo potrebbe garantire un percorso agevolato per interventi indispensabili alle società di calcio e per la rigenerazione urbanistica. L’idea della FIGC è di inserire nella piattaforma gli stadi di 10 città (Roma, Milano, Torino, Napoli, Firenze, Bologna, Cagliari, Bari, Genova e Palermo).
Per molti di questi si parla di restyling da tempo – con progetti in stato più o meno avanzato, se non assenti –, a cominciare dal nuovo San Siro, per il quale Inter e Milan hanno pianificato un investimento da 1,2 miliardi ma dopo tre anni sono ancora alle prese con il dibattuto pubblico. A Roma la nuova proprietà americana sta puntando sull’area di Pietralata con un budget di spesa di almeno mezzo miliardo, mentre a Bologna il progetto è definito ma ancora mancano dei tasselli importanti.
I club della Serie A si augurano che con Abodi si possa instaurare un rapporto più aperto e meno conflittuale di quanto non sia avvenuto con gli ultimi governi. Da non dimenticare, a tal proposito, la scadenza del 16 dicembre sul rinvio dei versamenti fiscali e contribuiti dal gennaio a novembre 2022: un onere di circa un miliardo da sostenere in un’unica soluzione che rischia di mettere in grave difficoltà il sistema.