La passione per il ciclismo è un amore senza tempo per gli italiani che smuove 10,7 milioni di appassionati e oltre 4 milioni di praticanti; un sentimento che si traduce anche in fermento lavorativo considerato che i ricavi annui dei produttori di biciclette e componentistica, generano un volume di quasi 1,5 miliardi di euro, con una crescita media annua stimata per il biennio 2022/2023 nell’ordine del 7,3% e un market share a livello europeo che si attesta al 21% del mercato complessivo di biciclette del Vecchio Continente.
Sono alcuni dei dati che emergono dalla ricerca “Ciclismo, Italia leader nella produzione e nella valorizzazione delle corse sportiveGrandi Classiche. Il caso ‘Giro di Lombardia’” realizzata dall’Ufficio Studi di Banca Ifis nell’ambito dell’Osservatorio sullo Sport System Italiano, il progetto di ricerca dell’Istituto specializzato nei prodotti e servizi per le piccole e medie imprese, che ha l’obiettivo di fotografare il valore economico e sociale dello Sport System del nostro Paese.
La produzione di due ruote: un dominio italiano
A livello produttivo la tradizione italiana è tanto antica quanto ramificata. Nella Penisola, secondo i dati dell’Osservatorio sullo Sport System italiano, operano circa 610 aziende, tra produttori diretti di biciclette e componentistica, che con i loro ricavi rappresentano il 29%1 del fatturato complessivo dei produttori di veicoli, stimato in 5,2 miliardi di euro. Numeri che, come anticipato, portano l’Italia sul tetto d’Europa, stabilmente al primo posto in termini di produzione di biciclette, seguita da Germania e Portogallo che detengono rispettivamente il 15% e il 12% delle quote di mercato.
Ma la leadership tricolore non getta le proprie fondamenta solo su di un’antica tradizione: è infatti la componente innovativa a dare nuovo vigore con la produzione delle e-Bike in rialzo del 25% nel 2021 che ha portato a incidere per l’11% sul totale. Inoltre, il 25% dei produttori ha aumentato gli investimenti, confermando l’alto tasso di innovazione del settore.
La democrazia del ciclismo: quando uno sport è per tutti
Con 10,7 milioni di appassionati, pari al 21% della popolazione nazionale maggiorenne, e 4 milioni di praticanti, tra amatori e professionisti, il ciclismo si conferma una passione davvero trasversale. Un insieme di fattori che ha riflessi positivi anche sul tesseramento alla Federazione Ciclistica che ha registrato un incremento del 13% nel corso del 2021, arrivando a superare i 70mila tesserati e riservandosi un posto tra le tre grandi Federazioni sportive in trend positivo in termini di iscritti a cavallo dell’ultimo triennio.
Interessante anche il trend di atlete tesserate: se l’incidenza complessiva è ancora a favore della componente maschile, con un peso del 90% rispetto al 10% femminile, dal 2017 ad oggi il numero delle tesserate è cresciuto a doppia cifra, in rialzo dell’11%.
Entrando nel dettaglio del profilo dell’appassionato si rileva che vi è un forte legame con la sostenibilità; l’87% degli appassionati è impegnato sul fronte del riciclo, il 71% è d’accordo sull’utilizzare il meno possibile l’auto e il 54% è disposto a pagare di più per prodotti sostenibili.
La predilezione per la natura va di pari passo: il 72% preferisce una componente di attività fisica per le proprie vacanze, il 60% sceglie mete in base alla bellezza naturale del paesaggio e sempre il 60% è disposto a spendere di più quando viaggia.
La tradizione lombarda, tra società sportive e gare classiche
Pur essendo una passione radicata su tutto il territorio nazionale, c’è una Regione che per numero di praticanti, società sportive e prestigio delle competizioni che ospita stacca di diverse lunghezze tutte le altre. La Lombardia vanta infatti, in termini di società sportive affiliate alla FCI il maggior numero, con 6 società ogni 100.000 abitanti e un’incidenza del 20% sul totale nazionale.
La Locomotiva d’Italia ha inoltre un fiore all’occhiello che mobilita appassionati e cicloturisti ed è un volano economico per il territorio di grande impatto: si tratta del Giro di Lombardia, competizione storica che vede la sua prima edizione svolgersi nel lontano 1905 e che, non a caso, è annoverata tra le cinque Classiche Monumento del ciclismo, al pari della Milano-Sanremo, del Giro delle Fiandre, la Parigi-Roubaix e la Liegi-Bastogne-Liegi.
Il Giro di Lombardia: volano economico per il territorio
Una competizione di alto valore, non solo per i corridori che affrontano un percorso suggestivo di oltre 250 km attraverso il panorama lombardo ma anche per il suo impatto economico che, tra diretto e indotto, si stima generi per il territorio oltre 49 milioni di euro. Il valore indiretto di questo grande appuntamento vale da solo 7,8 milioni di euro, contribuendo quale elemento di richiamo per tutto il territorio lombardo e ai suoi percorsi naturalistici che attirano, anche grazie a questo, ogni anno un numero crescente di cicloturisti. Ma è nel valore diretto dell’evento, stimabile in 41,4 milioni di euro, pari all’84% della spesa complessiva, il peso maggiore. Una componente massiccia, che trova la sua maggiore rilevanza nella spesa degli appassionati provenienti da fuori Regione, che usufruiscono di un maggior numero di servizi. Ne beneficiano operatori economici di più comparti: dall’hospitality ai trasporti, passando dai produttori di prodotti tipici del territorio, fino ad arrivare alla ristorazione.
Ed è proprio la tavola a trarre maggiore beneficio dal richiamo del Giro di Lombardia, pesando per il 43% del valore totale. Le spese per l’alloggio, con una quota del 26%, sono la seconda voce di spesa con una permanenza media sul territorio di 2-3 pernottamenti. Benefici anche per lo shopping, che vale un quinto della spesa totale mentre, i trasporti si riservano una fetta dell’11%; voce meno impattante per il territorio complice l’utilizzo del mezzo privato ma comunque di rilievo.